Il Fondo "Agostino Pertugi" e la Biblioteca "Asmussen e Gershevitch"

La biblioteca di Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali vanta due fondi librari unici nella loro specificità e ricchezza scientifica

Giorgio Vespignani, Andrea Piras - Fondo Pertusi, Università degli Studi di Bologna, sede di Ravenna

Il Fondo “Agostino Pertusi” conta oltre 7000 voci di argomento bizantinistico, slavistico e venezianistico, che costituivano la parte più cospicua della biblioteca privata di Agostino Pertusi (1918-1979), insigne studioso, docente all’Università Cattolica di Milano e Direttore dell’Istituto Venezia e l’Oriente della Fondazione Cini di Venezia. Dietro l’interessamento del prof. Antonio Carile, nel 1979 fu acquisito dall’Università di Bologna e affidato alla Cattedra di Storia Bizantina: fino al 1999 costituì il nucleo principale della dotazione libraria della Sezione Civiltà Bizantino-Slava del Dipartimento di Paleografia e Medievistica dell’Università di Bologna, benché non schedata, denominata «Biblioteca Agostino Pertusi».
Dal marzo 1999, trasferito presso il Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali dell’Ateneo di Bologna, sede di Ravenna, il fondo schedato e regolarmente accessibile in rete contribuisce, unitamente alla Biblioteca «Tomaso Bertelé», altro fondo di carattere bizantinistico ed orientalistico di straordinaria ricchezza ed importanza acquisito nel 1991 dalla Biblioteca Classense di Ravenna, alla ricchezza biblioteconomica dell’Ateneo in generale e, in particolare, di Ravenna, che si propone come centro bibliografico bizantinistico e storico-veneziano di livello internazionale (la Biblioteca Classense detiene l’archivio «Agostino Pertusi», acquistato nel 1990).
Nel fondo confluiscono i generi che costituirono i campi di studio del Maestro milanese: opere di letteratura e filologia greca e neogreca, storia bizantina, storia dei paesi slavi, storia di Venezia e dei suoi rapporti con l’Oriente mediterraneo, numerose delle quali in lingua, acquisite a suo tempo presso librerie antiquarie, oggi rarissime. Quasi tutto il materiale è stato gestito con Sebina: si tratta di quasi 3000 monografie, oltre 600 tomi di periodici scientifici ed opuscoli, quasi 3000 estratti. Attorno a tale Fondo si concentrano le ricerche di studiosi affermati, come si sono formati, negli anni recenti, giovani dottorandi di ricerca e ricercatori dello stesso Ateneo.
Il patrimonio bibliotecario della Facoltà si è incrementato considerevolmente grazie alla recente acquisizione di due importanti fondi privati, relativi alle discipline orientalistiche, che completano il settore classico e bizantinistico del Dipartimento di Storie e Metodi per la Conservazione dei Beni Culturali. Questi due fondi rappresentano per Ravenna un notevole patrimonio (di circa 10.000 volumi) consono alla sua storia di antica capitale sospesa tra Occidente e Oriente.
Nel 2001 è stata acquistata la biblioteca del prof. Jes Peter Asmussen, ora in fase di catalogazione: professore emerito di filologia iranica presso l’Università di Copenhagen, studioso versato non solo nella scienza orientalistica ma anche nel settore delle scienze naturali, come l’ornitologia che egli coltivava in quanto amateur ma con ampiezza di documentazione, come è attestato dalla presenza di numerose pubblicazioni. A questo settore si affianca, poi, la più cospicua biblioteca delle sua professione ufficiale di orientalista: una vasta estensione di volumi sulle lingue (iraniche, semitiche, turche) e le culture del Vicino e Medio-Oriente e dell’Asia Centrale testimoniano un interesse non meramente settoriale ma di ampie connessioni interculturali.
Si spazia dalla storia religiosa del Cristianesimo siro-mesopotamico e centro-asiatico a quella dell’Iran zoroastriano, al Manicheismo, al Buddhismo e all’Islam, senza tralasciare le scienze bibliche (vetero e neo-testamentarie) e gli studi classici e tardo-antichi. È da segnalare anche una sezione di libri sulle fiabe e sul folklore, una raccolta di estratti, più alcuni libri rari di pregio antiquario.
Nello stesso anno è pervenuta anche la biblioteca del compianto prof. Ilya Gershevitch dell’Università di Cambridge, donata dallo studioso all’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente con la precisa condizione che tale fondo fosse depositato presso la sede universitaria di Ravenna, al fine di promuovere lo sviluppo degli studi orientali. Ilya Gershevitch si è dedicato prevalentemente agli studi sull’Iran pre-islamico, compreso nella storia millenaria dei tre imperi Achemenide, Partico e Sassanide. I suoi interessi si sono estesi anche ad altre zone come il Caucaso e l’Asia Centrale, per compiere studi approfonditi sulle civiltà di popoli che hanno prodotto testimonianze di grande importanza per la storia culturale (letteraria, religiosa, filosofica) del continente eurasiatico.

La pagina della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Bologna - pag. 0 [2005 - N.24]

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