Educare alla conoscenza del territorio

Il ruolo del Comune di Ravenna in materia di pedagogia e didattica del patrimonio

Donatella Mazza - Dirigente del Servizio Diritto allo Studio e Università del Comune di Ravenna

Il Comune di Ravenna, tramite l’attività del Servizio diritto allo studio ed università che ha il compito istituzionale di arricchire ed innovare l’offerta formativa del sistema scolastico ed universitario del nostro territorio, persegue da molti anni con continuità ed impegno gli obiettivi che stanno alla base del filone educativo dell’approccio ai beni culturali, nella convinzione che esso sia il tramite per conquistare risultati importanti nel processo educativo delle nuove generazioni. Tramite la pedagogia e la didattica del patrimonio (così viene chiamata questa area di intervento dal Consiglio d’Europa che sostiene l’azione dei vari Paesi erogando finanziamenti ed incentivando scambi fra docenti, classi ed esperti nell’ambito di specifici programmi, in primis il Programma Socrates Comernius) è possibile infatti adottare e praticare i principi che stanno alla base dell’insegnamento più avanzato:
• il valore della pedagogia della scoperta
• la potenzialità sperimentale dell’atelier didattico
• la ricerca-azione come strategia capace di mediare didatticamente i giacimenti culturali del territorio potenziando in senso sperimentale e multidisciplinare l’ossatura del curricolo nel rispetto ed in stretta collaborazione con le Istituzioni scolastiche che detengono il compito fondamentale di emancipare gli allievi sul piano della conoscenza specialistica e della cultura in senso lato.
Sarebbe lungo, e spero comunque di averne l’opportunità più avanti nelle pagine di questa rivista, descrivere l’intensa attività realizzata dalla struttura che ho il grande piacere ed il grande privilegio di dirigere, sia all’interno d’esperienze europee quali Le classe europee del patrimonio e i Giardini e parchi storici in Europa laddove il Comune di Ravenna è partner di Paesi europei che dimostrano sensibilità e disponibilità ad agire in questo campo, sia all’interno dei copiosi ed articolati progetti ideati e realizzati presso “Tessellae”, Centro di sperimentazione didattica cogestito con la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio: un luogo magico ove la ricerca viene perseguita con tenacia e piacere, nella certezza di operare per innovare la didattica ed i linguaggi senza perdere di vista il fine ultimo degli interventi che è quello di educare al bello, al riconoscimento delle proprie origini, al saper interpretare i segni della storia lavorando su fonti vive, a difendere e valorizzare i beni preziosi che insistono sul nostro straordinario territorio.
I musei, i Centri di sperimentazione didattica, le biblioteche, i monumenti, i siti archeologici sono luoghi insostituibili ove è possibile far decantare le conoscenze settoriali, consumate nelle aule scolastiche in ossequio ai vincoli dei programmi, in un quadro di riferimento globale nel quale inserire l’apprendimento che diviene originale e personalizzato perché elaborato criticamente dall’allievo secondo stimoli scientificamente pensati dagli esperti e dagli insegnanti nell’ambito dell’unità didattica condivisa.
È possibile e indispensabile, dunque, operare in favore di una metaconoscenza che, basandosi sull’interesse, sulla curiosità, sull’emozione (ancora tanto viva nel segmento della scuola dell’obbligo), ridoni fecondità al pensiero specie nella realtà attuale, così complessa, variegata e dispersiva in cui risulta sempre più difficile individuare il nucleo essenziale e funzionale dell’apprendimento.
Sono profondamente convinta che l’educazione ai beni culturali vada ben oltre la conoscenza perché con essa si persegue l’educazione e la formazione globale di ogni cittadino per tutto l’arco della vita e perché con essa – ed i risultati ottenuti rinsaldano tale convinzione – è possibile portare a sintesi teoria e pratica, stimolare l’intelligenza divergente troppo compressa dalle ragioni della tecnologia e del progresso scientifico, rileggere il nostro quotidiano con emozione e riconoscenza.

Esperienze di didattica museale - pag. 17 [2005 - N.23]

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