Open day (after)

L’apertura festiva e gratuita si è mostrata non un approccio occasionale ma come un’opportunità per i musei del territorio di promuovere una frequentazione attiva e personalizzata

Eloisa Gennaro - Responsabile U.O. Beni culturali della Provincia di Ravenna

L’Open day dei musei e delle biblioteche romagnole, evento promosso dalla Provincia di Ravenna per avvicinare il pubblico che normalmente non frequenta tali luoghi ma soprattutto per incoraggiarne una fruizione attiva attraverso una serie di proposte educative, si è rivelato un utile momento di riflessione circa le strategie di valorizzazione che i musei del territorio possono mettere in atto.
Ricordiamo che sono stati ventitrè i musei del Sistema Museale Provinciale che hanno aperto gratuitamente le proprie porte domenica 24 aprile 2005. Molti i responsabili e direttori di musei che hanno apprezzato l’iniziativa, dichiarando la propria disponibilità a replicare nel 2006 ma anche dando alcuni suggerimenti per la prossima edizione.
Naturalmente alla Provincia viene richiesto un contributo decisivo per coordinare e pubblicizzare l’evento, predisponendo opuscoli, manifesti, locandine e dépliant da mettere in distribuzione presso diversi punti cittadini, campagne di comunicazione su stampa, radio e tv locali, calendario delle iniziative consultabile anche in rete. Gli strumenti promozionali, per raggiungere l’obiettivo, non devono limitarsi ad elencare gli istituti aderenti all’open day, bensì devono fornire lo spunto per svariati percorsi di visita, suggerendo itinerari storico-cronologici o tematici che tocchino trasversalmente più musei posti nello stesso territorio. E poiché sono davvero molteplici i percorsi che possono essere proposti, non sarebbe da sottovalutare l’ipotesi di organizzare due o tre open day nel corso dell’anno.
È del tutto naturale che la maggioranza dei visitatori ha varcato la soglia di quei musei che all’apertura festiva straordinaria hanno abbinato visite guidate, mostre a tema, attività laboratoriali, performance ecc., pensate per precisi segmenti di pubblico. Ricordiamo ad esempio le oltre 200 persone andate al Centro Le Cappuccine di Bagnacavallo, che nel corso di tutta la giornata ha proposto eventi diversificati, dall’inaugurazione di un nuovo spazio museale, alla visita di una mostra tematica, all’incontro con gli adolescenti per presentare il progetto Il mio diario – il mio museo.
È dunque opportuno programmare per tempo l’iniziativa – che tra l’altro potrebbe svolgersi annualmente sempre nella stessa data (ad esempio la prima domenica di primavera e/o d’autunno) – per permettere non solo una più efficace promozione ma soprattutto per riuscire ad organizzare tante micro iniziative individuali o da condividere con altri musei del Sistema, al fine di far scoprire a un pubblico sempre più ampio, oltre a quello di scolari e turisti, come i musei locali siano luoghi pieni di storia e di vita, ossia capaci di incuriosire, far riflettere, emozionare.
L’Open day può così diventare uno strumento per sperimentare e promuovere nuove iniziative, in sintonia con la rivisitazione e l’ampliamento della ragion d’essere del museo stesso, che pone sempre maggiore attenzione - accanto ai tradizionali compiti di conservazione e ricerca – alla valorizzazione delle collezioni, sia potenziando le attività didattiche sia migliorando gli strumenti informativi.
In conclusione, evidenziamo il dato più scontato: la gratuità ha fatto registrare un numero di visitatori superiore a quello che si registra nelle giornate festive a pagamento. Pensiamo ad esempio alle tante persone affluite al Museo d’Arte della città di Ravenna o al Museo delle Ceramiche di Faenza, ma anche alla Rocca di Riolo Terme o al Museo Baracca di Lugo, che proprio a partire da questa iniziativa ha abolito stabilmente il biglietto d’ingresso. La gratuità di fatto incoraggia soprattutto la comunità locale, che – non dimentichiamolo – rappresenta il pubblico privilegiato dei nostri musei, caratterizzati dalle piccole dimensioni e da collezioni strettamente legate al territorio che le ospita e alla loro storia.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 16 [2005 - N.23]

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