A tutela dei boschi

Le leggi Rava del 1905 e del 1908 permisero la conservazione delle pinete ravennati e costituirono un precedente significativo per la legge di tutela delle antichità e delle belle arti del 1909

Antonio Patuelli

La centenaria legge 16 luglio 1905 è strettamente legata al nome di Luigi Rava che nacque a Ravenna nel 1860, fu insigne studioso, autore di numerosissime pubblicazioni di carattere storico (fu anche biografo di Luigi Carlo Farini), economico e letterario, fu avvocato, professore nelle Università di Bologna (di cui divenne libero docente a soli 23 anni), Siena e Pavia. Le sue materie di insegnamento erano filosofia del diritto, scienza delle finanze e diritto amministrativo.
Luigi era figlio di Giuseppe Rava che era stato ragioniere capo del Comune di Ravenna, collega di Alfredo Baccarini che ne guidò l’ufficio tecnico, fu a lungo consigliere comunale dal 1860, di idee liberaldemocratiche, seguì Baccarini, Domenico Farini e Gioacchino Rasponi (di cui, per modestia, nel 1877 non accettò di essere successore alla Camera), suoi autorevoli concittadini, patrioti e parlamentari illustri.
Luigi Rava fu l’erede politico di Baccarini di cui fu successore come Deputato di Ravenna dal 1891 e, poi, nel Collegio di Vergato nell’Appennino bolognese, complessivamente per ben sette legislature prima di essere poi nominato Senatore il 3 ottobre 1920 su proposta dell’ultimo Governo di Giovanni Giolitti. Rava fu nominato Sottosegretario al Ministero per le Poste ed i Telegrafi già nel 1893 dopo due soli anni dall’ingresso a Montecitorio, poi al Ministero dell’Agricoltura nel Governo Saracco del 1900. Dal 1903 al 1905 fu Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio nel secondo Ministero Giolitti e nel 1905 nel primo Governo del giolittiano forlivese Alessandro Fortis; fu Ministro della Pubblica Istruzione dal 1906 al 1909 nel terzo Ministero Giolitti ed infine fu Ministro delle Finanze nel 1914 nel primo Governo Salandra, e subito dopo per un quinquennio, Vicepresidente della Camera dei Deputati.
Ricoprì anche numerosi altri incarichi: con Pietro Gamba, Baccarini, Pier Desiderio Pasolini, Achille e Cesare Rasponi fu fondatore della Banca Popolare di Ravenna di cui fu il primo Vicepresidente dal 1986. Dal 1992 al 1920 fu Vicepresidente della Cassa di Risparmio di Ravenna di cui fu Presidente nel 1919. Per trent’anni fu Presidente del Consiglio Provinciale di Ravenna. Rava fu anche Sindaco di Roma nel 1920-21, della cui giunta fece parte anche Corrado Ricci, fu Presidente nazionale della “Dante Alighieri” dal 1906 al 1909 e poi fu fondatore e Presidente dell’ENIT, Ente Nazionale Industrie Turistiche. Fu inoltre Consigliere di Stato fra il 1915 ed il 1930.
Al nome di Luigi Rava restano in particolare legate alcune leggi che furono le prime a protezione dell’ambiente e dei beni culturali. Le leggi Rava del 1905 e del 1908 dichiararono inalienabili e tutelati gli arenili e le pinete di Ravenna che vennero così salvate da incuria e da disboscamenti. Queste leggi volute da Rava servirono a lui ed allo Stato anche come sperimentazioni per la preparazione di un’altra legge che porta il nome dello stesso Rava, la 364 del 20 giugno 1909, frutto della cultura giolittiana, la prima legge operante su tutto il territorio nazionale per la tutela delle antichità e delle belle arti, realizzata con la collaborazione diretta di Corrado Ricci.
La legge del 1909 fu sostanzialmente la prima “protezionistica”, la base del Testo unico attualmente vigente. Il disegno di legge venne presentato dal Ministro della Pubblica istruzione nel dicembre 1906: la discussione si interruppe per la fine della Legislatura, ma Rava ripresentò nella nuova il suo disegno di legge ed ebbe l’appoggio di un vasto movimento di cultura in tante parti d’Italia che vide il sostegno anche di Benedetto Croce. Alla legge del 1909 il Senato della Repubblica ha dedicato nel 2003 un ampio volume (il Mulino editore) curato da Roberto Balzani che ne ha ben analizzato le sue sensibilità culturali e sociali e le capacità non comuni di realizzazione.
Al nome di Rava rimangono pure legate numerose iniziative di particolare tutela di beni culturali ravennati: emblematica fu nel 1896 la sua istanza, condivisa anche da Carducci e Pier Desiderio Pisolini, per la migliore conservazione dei monumenti ravennati che portò anche all’istituzione della “Speciale Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna” diretta da Corrado Ricci che Rava nominò poi, nel 1906, Direttore generale per le Antichità e Belle Arti dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione.
Così fu merito di Rava anche l’acquisto da parte dello Stato, nel 1916, della Casa Traversari, uno degli edifici più antichi della città. Così si deve principalmente a Rava l’acquisizione dei Chiostri danteschi alla Cassa di Risparmio di Ravenna, di cui auspicò anche l’utilizzazione per museo dantesco.
L’ampissima biblioteca di Luigi Rava fu donata dalla famiglia alla città.

Speciale centenario della Legge Rava e Beni ambientali - pag. 8 [2005 - N.23]

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