Gregorio Ricci Curbastro

Rappresentante autorevole della matematica italiana e docente all’Università di Padova, il lughese Ricci Curbastro elaborò il “Calcolo differenziale assoluto” poi usato da Einstein per la Teoria della Relatività

Franco Gabici - Capo Reparto delle Attività scientifiche e museali del Comune di Ravenna

Per una curiosa coincidenza, nell’anno del centenario della Relatività ristretta (1905) e del cinquantenario della morte di Albert Einstein (1955) si ricordano anche gli ottant’anni della morte di Gregorio Ricci Curbastro, il matematico lughese che ha contribuito in maniera determinante alla Relatività generale, la nuova teoria della gravitazione formulata da Einstein nel 1916.
Ricci Curbastro, uno dei rappresentanti più autorevoli della matematica italiana, aveva elaborato un algoritmo matematico chiamato “calcolo differenziale assoluto” e non avrebbe mai immaginato che quella sua creatura avrebbe trovato applicazione in una delle teorie più famose del Novecento.
Einstein, infatti, a un certo punto si rese conto di non avere a disposizione un adeguato linguaggio matematico per esprimere i rivoluzionari concetti della Relatività generale e così un bel giorno inviò al suo amico matematico Marcel Grossmann questo appello disperato: “Per favore aiutami, sennò divento pazzo!”.
E Grossmann, che era al corrente dei lavori di Ricci Curbastro, passò ad Einstein il “calcolo differenziale assoluto” che avrebbe corredato la teoria di un adeguato linguaggio matematico. Il tutto è testimoniato da una lettera che Einstein mandò alla nipote di Ricci Curbastro nella quale il grande scienziato riconosceva al nonno un ruolo determinante per la formulazione della Relatività generale. Lo stesso concetto è ribadito dalla lapide murata nel 1953 nella casa natale di Ricci Furbastro, in corso Garibaldi a Lugo, in occasione del primo centenario della nascita: “Nacque in questa casa il 21.1.1853 (in realtà è il 12 gennaio) Gregorio Ricci Curbastro, maestro insigne, matematico sommo.
Diede alla scienza il calcolo differenziale assoluto, strumento indispensabile per la teoria della relatività generale, visione nuova dell’universo”. Gregorio Ricci Curbastro, per molti anni docente all’Università di Padova, non si occupò solamente di problemi astratti, ma dette il suo contributo per risolvere anche problemi concreti e nonostante gli impegni che lo tenevano lontano dalla sua città natale, si impegnò come consigliere comunale di Lugo rivelandosi indispensabile per la soluzione del problema dell’acqua potabile. A questo proposito il matematico aveva proposto la Relazione per un progetto di acquedotto per la città di Lugo, ma non fu accettato. Solamente nel 1933, quando a Lugo arrivò l’acqua potabile, ci si rese conto che sarebbe stato più razionale ed economico il progetto di Ricci. Come tutti i grandi, anche Ricci Curbastro non fu capito dai suoi contemporanei, che definirono i suoi lavori “certamente utili, sebbene non indispensabili”.
Il lavoro di Ricci Curbastro consente anche di capire a fondo il significato delle teorie einsteiniane, troppo spesso liquidate come teorie del “relativismo”. Einstein, infatti, non ha affermato che “tutto è relativo”, ma ha voluto dire qualcosa di molto più importante. “Relatività” e “assoluto”, nell’ambito della sua teoria, non sono affatto concetti antitetici, ma vogliono affermare, come ha scritto Bruno Finzi, “che un osservatore può conoscere soltanto ciò che è relativo a lui, ma che è vero soltanto ciò che non varia passando da un osservatore ad un altro, cioè quel che è assoluto".

Personaggi - pag. 14 [2005 - N.22]

[indietro]