Formule differenziate per gli operatori museali

È essenziale che le Pubbliche Amministrazioni pongano a salvaguardia dei propri musei personale di stretta formazione tecnico-scientifica

Servizio Beni e Attività Culturali della Provincia di Rimini

Il Sistema dei Musei della Provincia di Rimini comprende attualmente 12 musei, vale a dire il Museo della Regina di Cattolica, il Museo Naturalistico della Riserva Naturale Orientata di Onferno-Gemmano, il Museo Paleontologico Comunale di Mondaino, il Museo della Linea dei Goti di Montegridolfo, il Museo Etnografico di Valliano di Montescudo, il Museo del Territorio di Riccione, il Museo della Città di Rimini, il Museo della Culture Extraeuropee “Dinz Rialto” di Rimini, il Museo Fellini di Rimini, il Museo di Saludecio e del Beato Amato di Saludecio, il MET – Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo di Romagna ed il Museo Civico Archeologico di Verucchio. Ad essi andranno ad aggiungersi altre realtà in corso di elaborazione e di allestimento, come per esempio il Museo della Piccola Pesca e delle Conchiglie di Viserbella di Rimini, il Museo “Villa Franceschi” - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Riccione ed il nuovo Museo Storico Archeologico di Santarcangelo di Romagna.
Le caratteristiche di ciascuno (storico-documentarie, archeologiche o etno-antropologiche) richiedono in primo luogo ambiti di specializzazione e, talora, di formazione differenti del personale che vi opera ed in particolare del curatore, che rappresenta spesso l’unica figura stabile operante nell’Istituto. Trattandosi per lo più di piccoli musei, ad eccezione del Museo della Città di Rimini e, in parte, del MET di Santarcangelo, ognuno di essi si scontra quotidianamente con l’esigenza di garantire servizi e accessi che lo rendano a tutti gli effetti una struttura vitale ed attiva, in cui svolgere attività ordinarie e straordinarie ed orari di apertura che consentano la maggiore e migliore fruizione possibile. A ciò si aggiunga la crescente domanda scolastica, che diviene ogni giorno più articolata ed esigente. Se dunque è essenziale a tal fine l’adeguamento agli standard qualitativi fissati dalla Regione Emilia-Romagna per quanto riguarda l’organizzazione delle esposizioni e dei sistemi di sicurezza, non meno fondamentale è l’apporto fornito da chi vi opera. Per garantire con pienezza e continuità i servizi su cui è chiamato ad operare, ciascun Museo dovrebbe avere stabilmente un organico costituito da un direttore, talora coincidente con il curatore, da un curatore con uno o più collaboratori che intervengano in fase di predisposizione dei progetti, nella gestione dei magazzini, nell’attività di conservazione, documentazione e valorizzazione del materiale depositato e custodito presso l’Istituto e nella didattica e nella organizzazione di visite guidate. Altre figure da prevedere nell’organico sarebbero da destinare alla custodia del museo ed alla cura dell’amministrazione e della segreteria.
Dal momento che nessun piccolo museo può avere al proprio interno tante figure così fortemente caratterizzate, ciascuno di essi ricorre a formule differenti, ma sostanzialmente riconducibili a poche categorie: a) riunione di una molteplicità di funzioni nella stessa persona; b) esternalizzazione di alcuni servizi (in particolare per l’apertura, le visite guidate, la didattica); c) contratti esterni temporanei su singoli progetti; d) collaborazioni con associazioni di volontariato o con le locali Pro Loco; e) stretta relazione con altri settori comunali quali l’Ufficio Lavori Pubblici o al Patrimonio per la gestione e la manutenzione dell’edificio museo e con le segreterie di altri settori per la gestione amministrativa e contabile.
Si tratta di soluzioni talora sufficientemente funzionali e funzionanti, talora di ripiego. Tuttavia di un aspetto si dovrebbe sempre e comunque tenere conto, vale a dire che un museo vive e opera con efficacia solo se mantiene figure costanti di riferimento, che svolgano quotidianamente e con competenza la propria attività e che siano in grado di risolvere con immediatezza eventuali necessità o quantomeno di individuare di volta in volta gli ausili tecnici idonei al raggiungimento degli obiettivi prescelti.
Diviene pertanto essenziale che le Pubbliche Amministrazioni pongano a salvaguardia dei propri musei personale di stretta formazione tecnico-scientifica in relazione al campo di pertinenza del singolo museo, cui deve essere affidata la gestione e la programmazione dell’Istituto. Anche i collaboratori occasionali, chiamati ad intervenire sulle specifiche necessità, dovrebbero possedere un bagaglio formativo corretto e strutturato secondo precise competenze tecniche, o scientifiche, o tecnico-scientifiche. Le stesse società cui vengono affidati appalti o contratti devono mettere a disposizione personale adeguato al servizio richiesto.
Non meno indispensabile è che le Pubbliche Amministrazioni operino affinché il museo diventi un luogo della città, che mette a disposizione della popolazione spazi di discussione, di studio e di ricerca sulla propria storia, fornendo strumenti essenziali alla conoscenza e alla comprensione della realtà urbana e sociale. Diviene pertanto sempre più urgente la creazione di staff tecnici, anche piccoli, che consentano di operare con continuità e di avviare programmazioni articolate e certe.

La pagina del Sistema Museale della Provincia di Rimini - pag. 7 [2005 - N.22]

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