"Festa in val" della civiltà palustre

Il bilancio di un EcoMuseo con venti anni di attività nel nome della “bioregione”

Maria Rosa Bagnari - Responsabile del Centro Etnografico di Villanova di Bagnacavallo

Si è festeggiato quest’anno il ventennale delle attività dell’Ecomuseo della Civiltà Palustre di Villanova di Bagnacavallo, realtà museale con un progetto dinamico, con la spiccata vocazione di recuperare una Romagna antica e persa nelle arti, nelle ritualità, nelle espressioni gergali e nei prodotti legati alle economie del territorio, ovvero una terra dimentica delle proprie tradizioni.
I progetti didattici rivolti alla scuola di ogni ordine e grado, si ispirano da sempre ai criteri della Bioregione e propongono esperienze che offrono allo studente la sensazione di trovarsi a contatto diretto con un mondo che conserva inalterato il proprio patrimonio culturale. Ogni rudimentale attrezzatura, inalterata nel tempo, ogni manufatto, assolutamente autentico, vengono presentati da sempre da volontari che hanno nelle mani la sapienza della loro storia. Questa realtà, riconosciuta dal Convegno Nazionale degli Ecomusei e dalla Guida europea degli Ecomusei, evidenzia il disagio della perdita di identità del territorio, riconosciuto come la capitale dell’utilizzo dell’erba di valle. L’EcoMuseo si pone come strumento postmoderno inserito perfettamente nell’attuale contesto del mondo della globalizzazione, che evidenzierà sempre più gli aspetti della biodiversità. Nell’ambito delle attività del ventennale sono state previste attività di ricerca e scambi culturali di grande impegno quali:
• il progetto Rubia: ricerca di etnobotanica finalizzata alla realizzazione dell’Atlante dell’Utilizzo delle Vegetazioni Spontanee e Semi-spontanee dei Paesi del Mediterraneo. L’equipe italiana è condotta dal professor Pietro Luigi Clemente, della cattedra di Antropologia Culturale e di Storia delle Tradizioni Popolari dell’Università di Firenze; le attività 2004 proseguono i lavori previsti in un piano triennale di attività, con la presentazione del progetto europeo in Spagna (giugno-luglio 2004);
• incontro internazionale sulla tifa e sul giunco lacustre: le realtà che si sono scambiate le proprie esperienze di recupero nella meravigliosa terra di Sardegna sono state Santa Giusta di Oristano, nota per “i fassois” di barche di giunco che si sono potute ammirare riunite in una regata storica (dal 22 al 27 luglio), il villaggio dei pescatori di Cabras, con le affascinanti case di falasco, purtroppo oramai estinte e Puno e Huanchaco del Perù, con le straordinarie imbarcazioni e le isole di tifa;
• un altro importante momento dedicato al tema del recupero delle arti manuali che si basano sull’uso di vegetazioni spontanee, è stato l’incontro col gruppo di ricerca Tiveron di Treviso, che è stato ospite alla Sagra della Civiltà delle Erbe Palustri;
• la partecipazione a Senigallia al Salone del Prodotto Tipico e delle Antiche Arti Manuali più note dei paesi d’Italia, svoltosi dal 7 al 11 luglio;
• l’organizzazione del padiglione della cultura romagnola al salone “Sapeur” Sapori d’Europa di Forlì. Il culmine delle attività si è avuto con la XX Sagra Civiltà delle erbe palustri che si è tenuta a Villanova di Bagnacavallo dal 10 al 13 settembre 2004. Queste giornate evocative sono state finalizzate al recupero di un’immagine di Bassa Romagna autentica, non offuscata da falsi folclori.
La manifestazione, da considerarsi unica al mondo per la singolarità della proposta, presenta l’unico nucleo di anziani artigiani, con bagaglio tecnico inalterato, in grado di eseguire le antiche tecniche di intreccio, tessitura e torsione delle erbe di valle. Essi hanno incontrato mestieranti di altri paesi d’Italia impegnati nel recupero di antiche arti di particolare interesse. Anche le osterie hanno proposto i “mangiari” del vallarolo. Le innumerevoli mostre, ricche di documentazione e testimonianze, sono state dedicate alla vita delle terre d’acqua dolce. Gli spettacoli e le animazioni hanno proposto momenti evocativi e saranno primariamente dedicati al dialetto, ai balli della vera tradizione presentati coi costumi della propria terra. Particolare attenzione è stata riservata alle serenate e alla canzone popolare. In questa festa fra canne, giunchi e barche d’acqua dolce, non è mancata l’attenzione alla didattica museale, che come sempre, si è rivolta ad un turista attento e a caccia di sapori veri.

Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 17 [2004 - N.21]

[indietro]