Il "procedimento complesso" della catalogazione

Il MIC di Faenza possiede un precatalogo informatizzato di oltre 30.000 opere, che potrà essere implementato seguendo le fasi di lavoro previste dagli standard

Claudio Casadio - Responsabile Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza

Anche un recente fatto di cronaca può aiutare a capire quanto sia importante realizzare un catalogo completo delle opere e dei documenti che costituiscono il patrimonio di un museo. Alla Pinacoteca di Bologna è infatti successo che durante i lavori di stesura del primo catalogo scientifico generale siano state ritrovate due tavole di Gentile da Fabriano, maestro attivo ai primi del Quattrocento. La pubblicazione del catalogo, il cui primo volume dai Primitivi al Duecento sarà edito ai primi di dicembre, conterrà dunque importanti novità che confermano tra l’altro quanto siano importanti gli obblighi conservativi previsti dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Nel dettaglio delle norme è però ancora più importante e utile quanto previsto dagli standard regionali per i musei, definiti dalla Regione Emilia-Romagna, per i quali “nella gestione delle collezioni e del patrimonio museale rientrano in primo luogo le attività di registrazione e documentazione, che confluiscono nella catalogazione”. Si tratta infatti di una serie di funzioni definite come “procedimento complesso che comprende sia aspetti pragmatici che di elaborazione concettuale”, indispensabili per i compiti primari di conservazione e valorizzazione del patrimonio museale. In questo ambito di attività la Regione Emilia-Romagna e l’Istituto per i beni culturali sembrano muoversi con indirizzi chiari accompagnati da esperienze e programmi avviati già da molti anni. Nella definizione degli standard si parte infatti dalla dichiarazioni di indispensabilità della presenza del registro inventariale, si indica come obiettivo di qualità la disponibilità della catalogazione informatizzata completa delle opere a livello di precatalogo e si fissano una serie di criteri e aspetti con i quali completare il “procedimento complesso” della catalogazione. Le dichiarazioni regionali non sono però un atto isolato ma da tempo rientrano nei programmi promossi per i musei. La realizzazione di sistemi informatizzati per la gestione delle collezioni e del patrimonio museale è infatti ormai una prassi consolidata che ha dato tanti risultati. Il software concesso in uso a tutti i musei che lo richiedono è uno strumento già sperimentato che si è rivelato non solo valido ma anche versatile e pieno di possibilità da sviluppare.
Tra le diverse esperienze significative, un’importanza certo non secondaria è quella del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza che già alla fine degli anni Novanta ha realizzato un precatalogo informatizzato completo di più di 30.000 opere del patrimonio del museo e con una catalogazione informatizzata generale per alcuni dei più importanti fondi del museo.
Con questa attività le registrazioni e documentazioni del patrimonio museale non solo sono diventate più sicure per la possibilità di archiviazione e duplicazione concesse dai sistemi informatici ma consentono anche notevoli vantaggi negli aggiornamenti e nella consultazione. I tanti registri precedentemente necessari oltre alla scheda di documentazione, da quello inventariale al topografico, dalla documentazione fotografica e bibliografica ai movimenti per mostre od altre iniziative, fino alla scheda di restauro o alle note più specifiche che la storia di singole opere può richiedere sono ora unificati con enorme facilità di gestione che si traduce in semplificazione, risparmio ed efficienza ma soprattutto consentono una facile accessibilità e fruizione. Le schede sono consultabili con sistemi di facile utilizzo, quali le ormai universali interfacce web per la navigazione in Internet, e con possibilità di ricerca per qualsiasi parola di testo. Ciò vuol dire, ad esempio, che uno studioso può ottenere in pochi secondi la risposta alla sua richiesta di quante opere di un autore sono conservate nel museo. Per ognuna di queste opere troverà poi una documentazione completa di informazioni varie e di fotografie, con possibilità di salvataggio e duplicazione dei propri risultati di ricerca.
La catalogazione informatizzata, come individuata nella definizione regionale di “procedimento complesso”, è comunque da programmare secondo piani precisi e con obiettivi definiti in modo progressivo. Si tratta dunque di una attività in divenire basata comunque su aspetti sicuri quali la validità dei sistemi informatizzati e l’articolazione delle fasi di lavoro ben dettagliata negli stessi standard regionali.

Speciale standard museali - pag. 13 [2004 - N.21]

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