Standard museali: uno strumento per pianificare il lavoro futuro

Pier Domenico Laghi

Nel numero precedente avevamo fatto riferimento all’opportunità di approfondimenti sul rinnovato impegno per il raggiungimento degli standard fissati in sede regionale: con questo numero cogliamo subito l’occasione per tracciare sull’argomento piste di riflessione e lavoro.
L’intervento di Laura Carlini, dell’IBC, ci introduce al tema tratteggiando il primo scenario regionale uscito dal questionario di autovalutazione dei musei rispetto ai requisiti richiesti dagli standard: un quadro interessante e utile per tradurre in dati ed obiettivi misurabili le progettualità dei futuri piani di intervento.
Lo speciale, quindi, affronta alcune delle diverse dimensioni praticabili sul tema dei requisiti di qualità da conseguire dai musei del territorio. In primo luogo il ruolo e le azioni possibili di sostegno che il Sistema Museale Provinciale può mettere in campo: percorsi di lavoro da condividere tra Provincia e musei del Sistema con particolare riguardo agli interventi che richiedono attività di tipo tecnico-scientifico. Gli aspetti relativi agli interventi per l’adeguamento strutturale dei musei sono esemplificati dall’esperienza realizzata dal Museo Baracca di Lugo; l’interdipendenza tra standard strutturali e gestionali è comunque forte; non a caso al termine di questo intervento è posta, con forza, la domanda: “dopo lo sforzo per adeguare le strutture possiamo contare su volontà e risorse sufficienti per la gestione?”. L’introduzione degli standard pone, rispetto alle piccole realtà, anche la questione di come considerare le “collezioni aperte al pubblico”; esse sono importanti tracce di civiltà e memoria del territorio, la cui gestione merita una riflessione attenta in un quadro di risorse sempre più modeste. Anche la catalogazione ed i modelli gestionali sono ambiti importanti di riflessione sugli standard: in questo numero se ne occupano i contributi offerti da due tra i maggiori musei della provincia, il M.A.R. di Ravenna ed il M.I.C. di Faenza.
A fine ottobre ci siamo confrontanti, tra diverse realtà regionali, a Tolmezzo nel corso del convengo organizzato da Carnia Musei sul tema Reti museali e territorio. In quella sede abbiamo condiviso, tra l’altro, due affermazioni: “le reti di musei sono un processo in evoluzione” e “occorre distinguere tra norma e standard per assumere gli standard come strumento di lavoro”. Con i contributi contenuti in questo numero abbiamo cercato di correlare le due affermazioni e proporre materia per il lavoro futuro: da fare insieme attraverso il Sistema Museale, in maniera coordinata, con impegno più incisivo, da parte di ciascun museo della rete. La prima occasione di lavoro è alle porte: entro l’anno si avvia il percorso di costruzione del Piano Museale 2005 ai sensi della L.R. 18/2000, con l’obiettivo di proporre progetti efficaci e di qualità alla scadenza di marzo.
Ricche come al solito le rubriche consolidate della rivista; in questo numero il tema della didattica museale e del rapporto scuola e museo è particolarmente vivace. In attesa di pubblicare i materiali è proposta anche una sintesi dell’undicesimo corso-seminario di aggiornamento “Scuola e Museo”, che ha visto la presenza attenta e partecipata di oltre centoquaranta iscritti.
Questo numero chiude l’ottavo anno di vita della rivista Museo in•forma, a tale risultato si è giunti per l’impegno ed il contributo di tutti i collaboratori ai quali va un sentito ringraziamento; considerate le prospettive di lavoro che sono sparse anche tra queste pagine al ringraziamento si collega subito un augurio di buon lavoro per il prossimo anno.

Editoriale - pag. 3 [2004 - N.21]

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