Un percorso didattico al Museo Dantesco di Ravenna

Un prodotto multimediale proporrà, in chiave virtuale, la ricostruzione del rapporto tra il Sommo Poeta e la città

Claudia Giuliani - Claudia Giuliani

Il museo dantesco ravennate, situato a stretto contatto con il sepolcro del poeta, si propone come un luogo di culto del poeta, anche e proprio in virtù della sua contiguità con un luogo di memoria e celebrazione. La tomba di Dante, meta di visite e veri e propri pellegrinaggi, spesso spiritualmente ed emotivamente “partecipati” dai cultori della poesia e della lingua italiana, si conclude di frequente con la “salita” al museo. Altrettanto frequenti le visite di gruppi scolastici, spesso anche della prima infanzia, che trovano accoglienza per lo più nei contigui spazi del Centro Dantesco Francescano e della sua biblioteca, ove vengono effettuati visite guidate e percorsi didattici.
Il Museo, nato nel 1921 nell’ambito delle celebrazioni per il sesto centenario del poeta, si configura ancora oggi come “fotografia” di quel culto, nato in anni impregnati di alta sensibilità civile, di vera religione della patria e contemporaneamente di orgoglio municipale. Le commemorazioni dantesche a Ravenna ebbero inizio con le illustri letture di Vincenzo Monti nel 1798, ma solo con l’anniversario del 1865 il culto di Dante si era visto strettamente unificato con la nuova patria, ed è in tal direzione che nel secondo decennio del Novecento si vennero raccogliendo ed esponendo ad opera di Corrado Ricci ricordi e testimonianze, spesso provenienti dal mondo dell’emigrazione italiana all’estero, che oggi si trovano come “cristallizzati” nell’esposizione originaria, in spazi anche architettonicamente predisposti alla accoglienza di tali “cimeli”.
Accanto al doveroso rispetto nei confronti di una realtà museale così fortemente storicizzata, vero e proprio monumento del culto dantesco in chiave patriottica, si viene oggi evidenziando l’esigenza del pubblico odierno di una proposta museale e didattica capace di maggiori coinvolgimenti, tanto più necessari in un momento in cui la didattica scolastica pare riservare una posizione di minor privilegio allo studio del testo dantesco. La conciliazione di tali diversi intenti pare raggiungibile attraverso la creazione di un prodotto multimediale che proponga al pubblico, in chiave virtuale, una ricostruzione del rapporto fra Dante e Ravenna, rivedendo il soggiorno del poeta nella città suo “ultimo rifugio”, e le figure salienti di questa fase biografica, e soprattutto ricercando negli elaborati artistici ravennati visibili al tempo di Dante, ed in particolare nel mosaico, l’influsso che certamente essi ebbero nella elaborazione dell’immaginario poetico dantesco. Attraverso testi e immagini dinamicamente connessi in un percorso ipertestuale sarà possibile proporre alle scuole, ma anche ai visitatori adulti, vicende storiche e letture poetiche, la romantica vicissitudine del trafugamento delle ossa, e la attuale grandezza della poesia dell’Alighieri, da “godere” al là della dimensione della celebrazione retorica.

Speciale Piano Museale - pag. 10 [2004 - N.20]

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