La civiltà contadina in mostra a Valliano di Montescudo

Inaugurato recentemente il Museo Etnografico di Valliano di Montescudo, con un percorso che accompagna il visitatore alla riscoperta lavorazione artigiana

Sonia Vico - Sonia Vico

L’amore per la terra e la cultura del passato. Spaccati di vita quotidiana e interviste agli artigiani del tempo. Erano gli anni ’70 quando un gruppo di scolari, insieme agli insegnanti coordinati dal maestro Gino Valeriani della scuola media di Montescudo, raccolse arnesi, trascrisse storie popolari e abitudini quotidiane per testimoniare la civiltà contadina e il patrimonio delle genti del luogo. Oggi, dopo un approfondito lavoro di ricerca, catalogazione e allestimento, in collaborazione con il Museo degli Usi e Costumi di Santarcangelo, la preziosa raccolta è conservata nel museo Etnografico di Valliano di Montescudo, inaugurato lo scorso novembre.
La nuova culla dell’arte è ospitata nella canonica del Santuario di Valliano, dedicato a Santa Maria Succurente e custode di ex voto in argento offerti dai fedeli “per grazia ricevuta”.
Un sodalizio tra sacro e profano per avvalorare il viaggio narrativo, oggettivo e fotografico che accompagna alla riscoperta delle arti di lavorazione, presentate nelle varie sezioni del museo, dalla casa come centro del cosmo contadino all’universo dei mestieri artigiani come la macellazione del maiale, la tessitura, la cucina e l’alimentazione, i giocattoli.
Sulla terra e con la terra è la sezione che fa entrare in tre mondi differenti come l’Apicoltura, la Terracotta e i Lavori diversi ma legati da un unico denominatore. Nella prima sottosezione si possono trovare gli arnesi necessari a estrarre il nettare color oro come arnie, telai, smielatore, casa delle api. In quella dedicata all’arte di modellare l’argilla a mano e col torchio, si incontrano scaldini, brocche, tegami, piatti, testi per piadine. La Valconca e soprattutto la terra di Montescudo vantano un’antica produzione di vasi in terracotta utilizzati per il trasporto, la conservazione e la cottura degli alimenti. Il tourbillon di lavori di vita agreste, da quello nei campi alla viticoltura, dall’allevamento del bestiame all’estrazione dell’olio, è rappresentato da: banco per sgranare le pannocchie, rastrello, zappa, piattine per buoi, giogo, caveja, falce, bascula, forma per scarpe, ascia, sega, pialla, trappola per volpi. Nella casa gli attrezzi oltre alla valenza funzionale ne avevano una simbolica. L’aratro, lo strumento per solcare la terra, che consente all’uomo di renderla produttiva, era usato esclusivamente dall’uomo.
Con la casa e nella casa è la sezione che comprende: la macellazione del maiale, la cucina e l’alimentazione, i giocattoli e la famiglia, la filatura e la tessitura.
Nelle stanze più asciutte e arieggiate della casa (come ancor oggi d’inverno) avveniva l’uccisione del maiale e per farlo si utilizzavano una serie di arnesi come: insaccatrice, ascia, pressa per i ciccioli, cassetta per il maiale, macchina per salsicce, coltello. Nella cucina o “reggia al femminile” si provvedeva all’alimentazione con tagliere e coltello, vaglio per passare i pomodori, lumino, battilarda, mestolo, ferro per fare i passatelli, madia, testo, setaccio, mattarello. Nell’angolo dei balocchi i bambini si divertivano con schioppetto di canna, disco di legno da lanciare, slitta, caratella e altri giocattoli costruiti in casa. Nelle veglie serali le donne filavano nella stalla con telaio, filo, paletta per fare l’ordito, navetta, fuso gramola e pettine per la canapa, aspo, incannatoio. Uno spazio della sezione è dedicato all’industria tessile fondata a Montescudo nel 1927 da Giuseppe Magnanelli e Silvino Selva, operativa fino al dopoguerra per tessuti per corredi, tovaglie, lenzuoli e vele marinare.
Per alcuni “ferri da mestiere” utilizzati per la tessitura risuona la valenza simbolica: la rocca, il fuso, la filatura, nella mitologia, simboleggiavano la vita.
La sezione speciale è dedicata alla Stampa su tela che si avvale di telai, tele stampate, stampi.
Il Museo si trova in via Valliano, 23 a Montescudo ed è aperto su prenotazione per le scolaresche e i gruppi (per informazioni: tel. 0541.984273; fax 0541.984455; e-mail montescudo@tin.it. Orario: mercoledì e venerdì 9-12, domenica e festivi 15-18.30).

La pagina del Sistema Museale della Provincia di Rimini - pag. 7 [2004 - N.20]

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