L'Adorazione dei Magi in Sant'Apollinare Nuovo

Alla stella di Sant'Apollinare è spuntata una lunghissima coda

Franco Gàbic - Capo Reparto delle Attività scientifiche e museali del Comune di Ravenna

Nella raffigurazione musiva della Adorazione dei Magi in Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna si nota una curiosità astronomica molto interessante. In alto a destra, infatti, è ben visibile una stella a otto punte, che traduce il fenomeno astronomico descritto dall'evangelista Matteo: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo". Anche in due formelle della cattedra d'avorio di Massimiano, conservata al Museo Arcivescovile di Ravenna, è ben visibile la raffigurazione di una stella che richiama evidentemente il brano evangelico. A partire dal V-VI secolo, dunque, la raffigurazione del fenomeno di Natale (la cosiddetta "stella di Betlemme") si identifica con una stella, anche se il termine sottende una vasta gamma di fenomeni (stella, cometa, meteorite, fenomeno astronomico). La rappresentazione del fenomeno di Natale ha però subìto nel tempo una radicale trasformazione, come dimostrano due opere di Luca Longhi (Adorazione dei pastori) e di Andrea Barbiani (Adorazione del bambino) conservate nel Museo d'Arte della Città, dove è ben visibile la presenza di una "stella" con la coda. Che cosa ha indotto gli artisti ad aggiungere la "coda" alla tradizionale "stella" che figurava nelle rappresentazioni precedenti? Per trovare la ragione dobbiamo portarci all'inizio del Trecento, quando Giotto sta affrescando a Padova la Cappella degli Scrovegni. Giotto, nella sua Natività, inserisce sopra alla capanna una cometa e si tratta non di una rappresentazione simbolica del fenomeno celeste, ma di un'interpretazione realistica come si può dedurre confrontando la cometa di Giotto con immagini e foto di comete che sono realmente apparse nei nostri cieli. Ora, considerando che la cometa di Halley passò alla fine di ottobre del 1301 e che Giotto eseguì gli affreschi padovani probabilmente fra il 1304 e il 1305, si potrebbe affermare che la cometa di Giotto sia proprio quella di Halley anche se non è da escludere che l'artista possa essere stato influenzato anche dalla visione di altre comete che apparvero in quel periodo. Secondo uno studio dell'astronomo Paolo Maffei le comete che probabilmente influenzarono Giotto apparvero rispettivamente nel 1297, nel 1301 (oltre alla Halley se ne registrò un'altra) e nel 1305 e di queste la candidata più probabile è quella del 1297, che aveva una coda abbastanza lunga e che fu visibile per poche notti. In ogni caso, scrive Maffei, "se Giotto la vide, nel suo ricordo si dovette sovrapporre quello della cometa apparsa quattro anni dopo: più grande, più luminosa e che durò più a lungo. Questa fu appunto la cometa di Halley". Dobbiamo quindi concludere che la "stella di Betlemme" si trasformò in cometa da quando Giotto la raffigurò nella Cappella degli Scrovegni.

Ricerche e curiosità - pag. 19 [2003 - N.18]

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