Il Centro Internazionale di Documentazione del mosaico

Un luogo pubblico che favorirà lo studio e l'approfondimento di questa antica espressione artistica

Linda Kniffitz - Museo d'Arte della Città di Ravenna

In occasione delle celebrazioni del sesto centenario della morte di Dante, nel 1921, Corrado Ricci, figura di eccezionale spessore culturale e indiscussa autorità in ambito cittadino, promosse l'istituzione di un luogo in cui potessero essere conservate ed esposte al pubblico le testimonianze del culto tributato nei secoli alla memoria del poeta. La venerazione, quasi sacrale, delle reliquie dantesche trovò la sua prima manifestazione pubblica ed ufficiale alla fine del XVIII secolo, quando la costruzione del nuovo tempio dantesco, progettato dall'architetto Camillo Morigia, coincise con il risorgere della fortuna del poeta in seno alla comunità letteraria italiana ed europea; a partire da quel momento commemorazioni e celebrazioni si susseguirono con frequenza, attirando sulla città le attenzioni dell'intero paese. I doni recati al sepolcro dantesco durante queste cerimonie non potevano essere conservati all'interno del piccolo mausoleo morigiano: Corrado Ricci, in accordo con il Soprintendente Ambrogio Annoni, volle la realizzazione di uno spazio espositivo in cui questi oggetti commemorativi fossero raccolti accanto alla cassetta di legno nella quale i Frati Minori Conventuali avevano custodito per secoli le spoglie di Dante e all'urna in cui le stesse erano state esposte nel giugno del 1865, in occasione del sesto centenario della nascita del poeta. L'11 settembre 1921 avvenne l'inaugurazione del Museo, allestito a cura dello stesso Annoni in quattro sale al primo piano del complesso conventuale francescano; la gestione del museo venne affidata all'Opera di Dante, istituzione dantesca per eccellenza, a tutt'oggi nota all'intero mondo culturale e la cui attività nell'ambito della conoscenza del poeta e della Commedia si svilupperà nei decenni successivi fino ad oggi, in particolare attraverso le ormai tradizionali Lecturae Dantis, che hanno ospitato i nomi più significativi della cultura letteraria e della dantistica a livello mondiale. A partire dagli anni sessanta i Frati Minori Conventuali proposero la fondazione di un centro di studi danteschi che, attraverso la sua ricca biblioteca e le attività espositive e culturali, desse voce "al muto sepolcro" del poeta. Dal 1989, anno della definitiva riapertura dopo i lavori di ristrutturazione edilizia del complesso conventuale, un Centro dantesco ed un Museo dantesco, dunque, si dividono gli attigui locali situati al primo piano del chiostro della cisterna. Uno spazio espositivo, il primo, che testimonia dell'indefessa volontà di promuovere eventi culturali ispirati dalla figura e dall'opera di Dante, una collezione in fieri che si riflette nell'esposizione temporanea dei pezzi più significativi e si affianca ad una biblioteca dantesca di indiscusso valore scientifico, punto di riferimento indispensabile per gli studiosi italiani e stranieri; un museo, il secondo, che porta impresso il segno incancellabile della circostanze della sua fondazione, il centenario del 1921, e del gusto tardo liberty a cui possono essere ricondotti molti degli oggetti che vi sono esposti, che profonde un impegno costante nella conservazione dei manufatti che vi sono raccolti, primi fra tutti le casse in legno che hanno ospitato le ossa di Dante. Una comune volontà ha portato all'integrazione dei due spazi museali, che, pur nati in diverse circostanze storiche, sono animati dallo stesso intento di rendere testimonianza del legame che unisce la memoria di Dante alla città che ne ospita le spoglie. Ed è una memoria viva, un legame culturale che, inaugurato dallo stesso Dante nelle numerose terzine in cui le suggestioni paesaggistiche della Romagna e i richiami iconografici ai mosaici bizantini si mescolano ai nomi di illustri ravennati, non poteva trovare monumento più consono di questo Museo, il quale - insieme alla preziosa raccolta dantesca conservata nella Biblioteca Classense, comprendente codici, incunaboli, cinquecentine e moltissime edizioni e traduzioni della Commedia, e all'attività di ricerca e di diffusione della cultura dantesca svolta dall'Opera di Dante - costituisce l'omaggio più autentico che Ravenna offre al poeta.

Speciale nuove adesioni - pag. 11 [2003 - N.18]

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