Il Museo del Risorgimento della Biblioteca Classense di Ravenna

Alla collezione risorgimentale della biblioteca si affiancherà quella di Mario Guerrini, recentemente donata alla cittadinanza, in un percorso di mostre tematiche che si estende dalla repubblica Cisalpina alla prima guerra mondiale

Claudia Giuliani - Conservatore Istituzione Biblioteca Classense

La raccolta di cimeli risorgimentali conservata presso la Biblioteca Classense data la sua costituzione ad oltre un secolo fa. Essa nacque dalla volontà di aderire all'intento celebrativo dell'eroico periodo risorgimentale propagatosi sull'intero territorio nazionale dopo l'Unità d'Italia, nonché dal timore di disperdere memorie cariche del pathos derivante dalla vera e propria venerazione tributata ai protagonisti, martiri o vincitori, della vicenda dell'indipendenza italiana. I Ravennati che avevano partecipato ai moti, alle guerre d'indipendenza, nonché alle vicende garibaldine, in primis naturalmente alla trafila dell'eroe successiva alla Repubblica Romana, fecero dono alla amministrazione comunale dei ricordi in loro possesso, fossero essi armi, divise, buffetteria, opere grafiche e dipinti o carteggi e documenti personali, testimonianze tutte di sentita partecipazione popolare, a cui si andarono ad aggiungere documentazioni, per lo più cartacee raccolte dai quei "tutori" delle memorie documentarie ravennati, quali furono Primo Uccellini prima e Silvio Bernicoli poi. La raccolta peraltro strettamente si intreccia con le collezioni classensi, in particolare ai manoscritti, agli autografi e al monumentale carteggio di Luigi Carlo Farini, di enorme importanza per la storia del Risorgimento ravennate, lasciato alla Classense per volontà dell'onorevole Luigi Rava. L'afflato di civica buona volontà dei donatori non si tradusse mai in un istituto museale dedicato al Risorgimento cittadino, senz'altro a causa delle conflittualità legate alla interpretazione della memoria storica del Risorgimento. Alcune esposizioni in occasione di eventi quali l'Esposizione Regionale Romagnola del 1904, le onoranze in morte di Garibaldi del 1932 e la celebrazione del centenario dell'unità nel 1959 hanno comunque permesso alla cittadinanza la visione dei ricordi risorgimentali, in un'ottica assai legata allo spirito di culto ed esaltazione sentimentale che fu proprio dei Musei del Risorgimento sorti in tutte le città d'Italia dopo gli anni ottanta del secolo XIX. Già nell'allestimento della prima sezione del Museo del Risorgimento che si realizzò all'interno della Biblioteca Classense solo nel 1997, dedicata precipuamente alla vicenda garibaldina a Ravenna, e al culto che ne derivò, si volle dare un segnale di novità in direzione di una più attuale dimensione museografica, in grado di lasciar spazio alla analisi critica e all'interpretazione degli eventi storici, in particolare al disvelamento dell'intento di sacralizzazione delle vicende storiche fondanti della nuova nazione italiana insito proprio della costituzione dei Musei del Risorgimento. Lavori di inventariazione e restauro eseguiti a tappeto sui materiali documentari del museo ci permettono oggi una piena fruizione di beni la cui prima destinazione ad un Museo del Risorgimento inteso come tempio sacro della nazione, si piega alla funzione di testimonianza storica allargata alla conoscenza di un epoca che fu sì di lotte eroiche e martìri, ma assai più di vita quotidiana e varietà di condizioni sociali, di vicende pubbliche e private di grande valenza conoscitiva per le scuole e il grande pubblico. Lo sforzo espositivo che si va a realizzare oggi nei prossimi allestimenti della collezione municipale Classense, a cui si affiancherà la Collezione Mario Guerrini recentemente donata alla cittadinanza, si propone di valorizzare la raccolta, rendendola visibile, pur in un percorso di mostre tematiche, nella sua interezza, la cui consistenza cronologica si estende dalla Repubblica Cisalpina alla prima guerra mondiale.

Speciale nuove adesioni - pag. 9 [2003 - N.18]

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