La casa di Giovanni Pascoli

La casa del poeta, monumento nazionale dal 1924 e proprietà dello Stato, potrà essere ulteriormente valorizzata facendone luogo di esposizione e rendendola sempre più aperta ed accessibile al pubblico

Cetty Muscolino - Storico dell'arte Responsabile dei Servizi Educativi e Coordinatrice della Scuola per il Restauro del Mosaico

Le case dei poeti non sono semplici luoghi fisici, ma elementi costitutivi veri e propri dell'identità e dell'"immaginario" di una nazione. Ciò è particolarmente vero per un poeta come Giovanni Pascoli che in tutta la sua opera (poetica e critico-letteraria) e la sua vita ha rappresentato, in Italia, una cruciale fase di passaggio tra Otto e Novecento. Poeta sublime, ha nutrito la sua poetica con la sua terra natale (San Mauro e più in generale la Romagna), le vicende dell'infanzia trascorsa alla Torre e la tragedia dell'assassinio del padre, che segnò in modo indelebile la sua vita. È proprio per questo che la sua casa natale di San Mauro assume un valore ancora maggiore nella conservazione e trasmissione della sua "memoria" e nella diffusione della sua opera. La Casa Pascoli, monumento nazionale dal 1924 e proprietà dello Stato, ha subito notevoli danni durante la seconda guerra mondiale ed è stata successivamente riparata rispettando la struttura originaria. Qui nacque il poeta, il 31 dicembre del 1855, figlio quartogenito di Caterina Vincenzi Allocatelli e di Ruggero Pascoli, e visse felicemente i primi anni della sua vita, trascorrendo giorni spensierati nella tenuta dei Principi di Torlonia chiamata "La Torre" che il padre Ruggero amministrava. Nel 1998 è stato concordato tra il Comune di San Mauro Pascoli, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna, l'Accademia Pascoliana e la fondazione Domus Pascoli di dare vita ad una mostra permanente al fine di rendere viva la memoria del poeta attraverso la valorizzazione dei luoghi della sua poesia e, in particolare, della sua casa. La Soprintendenza sta provvedendo da alcuni anni al restauro, alla straordinaria manutenzione e all'adeguamento dell'immobile secondo le normative di legge previste per la sicurezza e per la fruizione da parte dell'utenza scolastica e di un più vasto pubblico. Il piccolo museo domestico si visita partendo dalla cucina, al piano terra, che, rimasta intatta dopo gli eventi bellici, conserva la struttura originaria, col soffitto in travi lignee (abbondantemente ridipinte e in parte degradate e per le quali è già previsto un intervento di restauro), il grande focolare e l'acquaio in pietra: qui sono esposti anche piccoli oggetti appartenuti alla madre del poeta. Nella sala prospiciente alla cucina sono conservate le prime edizioni delle opere del Pascoli, tra cui la prima edizione della raccolta Myricae e la raccolta di poesie latine Carmina. Al primo piano, nella camera da letto in cui il poeta è nato, si trova ancora il letto originale e la culla a dondolo; si possono inoltre vedere numerose lettere autografe del Pascoli ai Sammauresi, in particolare all'amico Pietro Guidi, e alcune firme di visitatori illustri. Lo studio è arredato con i mobili che il poeta aveva a Bologna quando insegnava Letteratura Italiana all'Università e vi sono esposte numerose sue pubblicazioni ed i vocabolari da lui usati. Tutta la visita degli ambienti è arricchita da un percorso fotografico che documenta le fasi fondamentali della vita del poeta: i luoghi della memoria, la famiglia, la carriera.. All'esterno si trova un giardino che accoglie alcune piante menzionate dal Pascoli nelle sue opere e che sono oggetto di un percorso botanico-poetico sapientemente elaborato da Rosita Boschetti, responsabile dell'attività didattica della Casa: · la mimosa : "Già m'accoglieva in quelle ore bruciate// sotto ombrello di trine una mimosa,// che fioria la mia casa ai dì d'estate// co' suoi pennacchi di color rosa" (da Romagna); · la cedrina, (erba Luisa): "Bastava che io toccassi con due dita una foglia// di quella cedrina che, un tempo, era la mia unica// proprietà fondiaria... ed ecco io vedeva, abitava,// possedeva una vera casa… quello era l'odore di// casa mia. Non si entrava in casa senza sentirlo// e non si usciva" (da Limpido Rivo); · il gelsomino: " e s'abbracciava per lo sgretolato// muro un folto rosaio a un gelsomino" (da Nel giardino); · il cipresso: " E il tuo nido? Il tuo nido?…Ulula forte// Il vento e t'urta, ti percuote a lungo://tu sorgi, e resti; simile alla Morte.//E il tuo cuore? Il tuo cuore?…Orrida trebbia//l'acqua i miei vetri, e là ti vedo lungo,//di nebbia nera tra la grigia nebbia.// E il tuo sogno? La terra ecco scompare:// la neve, muta a guisa del pensiero,// cade. Tra il bianco e il tacito franare// tu stai, gigante immobilmente nero." (da Il cuore del cipresso); · il cedro del Libano e il pino: "C'erano tutti, tutti quelli che amo, in quella casa// bianca con le persiane verdi! Ed io ruzzavo e scavalcavo// nel giardino avanti casa, tra pini e cedri del Libano" (da Limpido Rivo); · il bergamotto: "Una lieve ombra d'ale//annunziò la notte//lungo le bergamotte// e i cedri del viale" (da Casa mia). Valorizzare la Casa Pascoli, facendone luogo di esposizione rendendola sempre più aperta ed accessibile al pubblico è un atto non solo doveroso, ma necessario alla cultura nazionale. Esporre carte, oggetti e documenti pascoliani, raccogliere materiali d'archivio, allestire uno spazio con postazioni interattive, costruire un apposito sito nella "rete" telematica, sono questi gli obiettivi che renderanno sempre più Casa Pascoli luogo di conservazione, produzione e diffusione culturale. Generalmente al pubblico viene proposto di arricchire la visita alla casa con una "puntatina" alla "Torre", Villa Torlonia, situata all'estremo limite di San Mauro, al centro di quelli che furono i possedimenti rurali di proprietà dei Principi di Torlonia, che fu appunto amministrata per un certo periodo dal padre di Giovanni Pascoli, ucciso in circostanze misteriose il 10 agosto 1867. Il compendio della Torre è costituito da un complesso di edifici tra cui primeggia quello padronale, il manufatto principale, punto di riferimento dell'organizzazione urbanistica dell'intera tenuta e che conserva un impianto tardo-settecentesco. Villa Torlonia, riconosciuta nel 1974 come manufatto di particolare interesse storico da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, è sottoposta a tutela come caratteristico e prezioso esemplare di villa romagnola del XVII-XVIII secolo. Ai lati del palazzo ci sono due costruzioni minori: una adibita ad abitazione del fattore (della famiglia Pascoli dal 1862 al 1867), asilo per attrezzi e magazzino per i prodotti agricoli; l'altra è la chiesetta dei SS.Pietro e Paolo, di fattura ottocentesca ma di origini ben più antiche. Imponenti lavori di restauro da parte del Ministero per i Beni Culturali stanno risanando le strutture e riportando alla luce pregevoli decorazioni pittoriche.

La Pagina della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna - pag. 14 [2003 - N.17]

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