Il Cardello

La Fondazione Casa di Oriani si occupa della valorizzazione del Cardello attraverso manifestazioni culturali, artistiche, turistiche

Ennio Dirani - Presidente Fondazione Oriani

La leggenda del "Solitario del Cardello", diffusa dalla stampa e dalla pubblicistica lungo tutto l'arco del ventennio fascista, risaliva in realtà agli ultimi anni di vita di Oriani e si consolidò nel secondo decennio del secolo, in parallelo con la scoperta dello scrittore faentino ad opera dei nazionalisti e dei vociani e con la ristampa di gran parte della sua opera nel prestigioso catalogo di Laterza, auspice Benedetto Croce. Che in verità - se si prescinde dalla valorizzazione della Lotta politica in Italia in funzione antipositivista - non concorse alla diffusione del mito di una sorta di titanico eroe romantico che, più o meno volontariamente esiliato in una vecchia bicocca sulle colline di Casola Valsenio, aveva scritto pagine notturne popolate dai fantasmi della sua fervida mente e della sua tragica visione della vita e della storia. La metamorfosi dell'antica foresteria dell'abbazia benedettina di Valsenio nel "nido dell'aquila" ricevette la sua definitiva consacrazione il 27 aprile 1924, col discorso che Mussolini pronunciò, dall'alto del mausoleo appena inaugurato, al termine di quella che fu chiamata la "marcia al Cardello". Sono vicende ben note, sulle quali furono scritte e pronunciate "alate" parole, negli anni in cui la celebrazione del "precursore" costituiva parte integrante di una liturgia non circoscritta alla "Terra del Duce". Si è ricordato questo precedente storico per mettere subito in chiaro che se il Cardello è stato per un ventennio un "luogo della memoria", un simbolo per una parte politica, da molti anni ormai esso è, soprattutto per i romagnoli, quello che deve essere: un monumento storico che ha attraversato i secoli, sia pure senza rimanere indenne da interventi non sempre improntati a rigore conservativo, inserito peraltro nella cornice di un parco costruito nell'arco di otto decenni. Ed è, soprattutto, la casa in cui Alfredo Oriani visse dall'età di quattordici anni, in cui scrisse tutti i suoi libri, in cui morì e dietro la quale riposano i suoi resti mortali dal 1924, quindici anni dopo la morte. Nel 1926 Aldo Oriani, figlio ed erede di Alfredo, fece ristrutturare la villa, ingentilendola con trifore e balconcini che le conferirono un'aria vagamente neoromanica, come s'usava allora. All'interno, caratterizzato dall'austerità degli ambienti e degli arredi, due piccoli locali furono fortunatamente lasciati nello stato in cui li aveva lasciati lo scrittore: il suo studiolo, coi relativi libri (circa 630 volumi), e la camera da letto in cui era morto il 18 ottobre 1909. Anche la sontuosa cucina ci riporta agli anni della giovinezza e della maturità di quello che i casolani chiamavano affettuosamente e' matt de' Cardèl. Il parco, impiantato negli anni '20, è venuto assumendo un aspetto sempre più lussureggiante, grazie alle cure di Aldo (morto nel 1953) e della signora Luisa Pifferi, sopravvissuta al marito fino al 1979. In queste condizioni il tutto è divenuto proprietà dell'Ente Casa di Oriani (Fondazione dal 1 gennaio 2003), per disposizione testamentaria della signora Pifferi Oriani. La gestione del Cardello da parte di Casa Oriani (impegnata in primis nella Biblioteca di storia contemporanea di Ravenna, nella promozione culturale e nella ricerca storica) è stata ed è ispirata alla corretta conservazione dei valori architettonici, storici ed ambientali del patrimonio ricevuto in eredità. Tale conservazione però è stata sì concepita come valore in sé, ma soprattutto come condizione necessaria per una valorizzazione pubblica dell'intero complesso, attraverso un'ampia programmazione di manifestazioni culturali, artistiche, turistiche, spesso in collaborazione con il Comune di Casola Valsenio. Il primo passo lo si è compiuto all'inizio degli anni '80 con l'apertura al pubblico del Cardello, secondo orari e modalità compatibili con le risorse della Fondazione e con la natura del monumento. Negli anni successivi si sono fatti sempre più frequenti e qualificati gli eventi culturali e musicali, che hanno registrato una sensibile accelerazione con la recente predisposizione della sala (nella quale è anche allestita una mostra permanente su Oriani e la sua opera) ricavata nell'edificio adiacente al Cardello. Sono allo studio interventi organici per la conservazione, il miglioramento e l'ampliamento del parco, per il restauro del Cardello e delle pregevoli case rurali esistenti all'interno della tenuta, per le quali, d'intesa con altre Amministrazioni ed Istituzioni, è auspicabile un corretto e produttivo uso pubblico.

Speciale case dei letterati - pag. 12 [2003 - N.17]

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