Standard e obiettivi di qualità

La loro applicazione è elemento fondamentale per favorire una qualificazione complessiva più omogenea del settore culturale

Margherita Sani - Istituto Beni Culturali

Il 3 marzo 2003 la Giunta Regionale dell'Emilia Romagna ha approvato la Direttiva Standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici e musei ai sensi dell'art. 10 della L.R. 18/2000 - Norme in materia di biblioteche, archivi, musei e beni culturali (l'atto è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna del 17-4-03, ed è disponibile anche sul sito dell'IBC, www.ibc.regione.emilia-romagna.it). Il documento è frutto del lavoro di una Commissione consultiva, prevista dalla stessa legge all'art 6, composta da rappresentanti delle associazioni di categoria AIB, ANMLI, ANAI, funzionari delle Amministrazioni provinciali, delle Soprintendenze e degli istituti culturali regionali con il coordinamento dell'IBACN. Partendo dal dettato della L.R. 18/2000, che vede nell'individuazione e nella applicazione di standard e obiettivi di qualità un elemento fondamentale per favorire una qualificazione complessiva e più omogenea del settore culturale nel suo complesso, è stato elaborato un documento che esplicita, ora in forma di requisiti ora in forma di raccomandazioni, gli elementi che dovranno concorrere nei prossimi anni ad innalzare il livello qualitativo delle prestazioni e dei servizi degli istituti culturali nella nostra regione. La legge regionale fa infatti riferimento a musei, biblioteche e archivi storici, ricomprendendoli nella dizione comune di "istituti culturali", a voler sottolineare la loro natura sostanzialmente analoga di servizi che perseguono fini di "informazione, documentazione e formazione permanente dei cittadini in raccordo con le finalità educative generali". L'obiettivo di fondo della legge è dunque quello di ridisegnare in modo innovativo il sistema dei servizi e delle attività di biblioteche, archivi e musei, pervenendo gradualmente alla costruzione di un modello organizzativo territoriale unitario per i tre settori. Partendo dalla consapevolezza di una situazione di sostanziale disomogeneità all'interno dei settori di riferimento, con punte qualitative molto alte accanto a situazioni di palese arretratezza, ci si è riproposti con l'elaborazione degli standard di qualità di operare su un doppio livello, da un lato favorendo una crescita omogenea a livello regionale, dall'altro consentendo una possibilità di recupero delle situazioni più svantaggiate. Si sono così individuati "standard obiettivo", finalizzati a promuovere e a mantenere livelli qualitativi ottimali e a sollecitare un processo di continua crescita dell'offerta di servizi all'utenza, indicando nel contempo soglie minime al di sotto delle quali il servizio non può essere qualificato come tale. Questi standard, definiti, come recita la legge, "secondo la natura, la dimensione, la localizzazione e l'eventuale organizzazione in sistema degli istituti considerati… vengono elaborati dall'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali coi soggetti interessati e con le organizzazioni professionali… e si applicano anche in caso di affidamento all'esterno di funzioni e servizi" (L.R. 18/2000, art. 10). La sottocommissione che ha elaborato gli standard relativi al settore musei si è insediata nel maggio 2001. In questo modo, prima di iniziare i propri lavori, ha potuto prendere visione dell'Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei emanato con decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali il 10 maggio 2001, che costituisce un punto di riferimento ineludibile per chi - a livello regionale o locale - intende cimentarsi in questo campo. Il lavoro di definizione degli standard per i musei ha dunque fatto riferimento al documento ministeriale, di cui ha adottato la struttura nella suddivisione degli ambiti al cui interno sono stati dettagliati gli standard. In sintesi i requisiti con cui i musei dell'Emilia Romagna dovranno confrontarsi e ai quali dovranno cercare di adeguarsi nei prossimi due anni sono i seguenti: · ai musei sarà richiesto di dotarsi in primo luogo di uno statuto o di un regolamento a seconda del loro status giuridico. Statuto e regolamento costituiscono la carta di identità del museo nella quale, in linea con la definizione di museo data dall'Icom, sono esplicitati finalità e funzioni, compiti e attività, risorse umane, finanziarie e patrimoniali disponibili, modalità e criteri della loro gestione; · per quanto riguarda l'assetto finanziario, verificata l'impossibilità di chiedere ai musei una ricostruzione a posteriori del proprio bilancio, ci si è orientati a indicare come standard la predisposizione di un documento programmatico annuale che dichiari le risorse finanziarie disponibili, le attività previste, gli obiettivi da raggiungere. A questo documento si accompagna una relazione a consuntivo per verificare lo scostamento del reale dal programmato. Nel caso di progetti di sviluppo che comportino l'assunzione di oneri di gestione a tempo indeterminato - come potrebbe essere il restauro e l'apertura al pubblico di nuove sale, o la stessa apertura di un nuovo museo - viene richiesta la predisposizione di un documento di previsione dei costi e ricavi di esercizio, una sorta di business plan su base triennale; · strutture e sicurezza fanno riferimento alla normativa vigente, evidenziando, per i requisiti obbligatori previsti, la loro effettiva presenza o l'intenzione di dotarsene facendo riferimento all'atto (delibera o altro) che ne determina la futura acquisizione; · le questioni relative al personale sono state affrontate più dal punto di vista delle funzioni da garantire, che non dei profili professionali da richiedere in organico. Lo standard richiesto al museo è perciò quello di garantire in modo adeguato e con continuità le funzioni di direzione, conservazione e cura delle collezioni, servizi educativi e didattici, sorveglianza e vigilanza, siano essi interni o esterni al museo, facenti capo a una stessa persona o a più individui, a un museo singolo o a una rete di musei. Queste funzioni vanno comunque assicurate, così come va sempre garantita una responsabilità di direzione. Si raccomanda inoltre al museo di sostenere e incoraggiare l'aggiornamento e la formazione continua del proprio personale; · la gestione delle collezioni è l'ambito più ricco e articolato tra quelli contenuti nell'Atto di indirizzo, poiché spazia dalle politiche di ricerca e studio - assolutamente essenziali alla vita di un museo, ma difficilmente "standardizzabili" - alle norme per la conservazione e il restauro, alla registrazione e documentazione, alle politiche di acquisizione (incremento e inalienabilità delle collezioni). Gli standard per la conservazione e il restauro richiedono il rispetto di condizioni e parametri precisi relativi all'ambiente, al microclima, alla prevenzione e messa in sicurezza delle opere, alla manutenzione e al restauro, alla documentazione (scheda conservativa, documentazione degli interventi di restauro, ecc.); · per quanto riguarda la documentazione e la catalogazione del patrimonio si richiede la presenza almeno di un inventario e di un registro di carico, di un catalogo e della documentazione fotografica delle opere (con l'informatizzazione dei relativi dati) in percentuali diverse a seconda del punto in cui il museo si colloca nel percorso intrapreso per il raggiungimento dello standard; · altri requisiti riguardano l'accessibilità delle collezioni e dei depositi, le politiche di incremento del patrimonio, quelle di ricerca e studio; · infine i rapporti con il pubblico e il territorio, terreno cruciale sul quale si gioca il rinnovamento del museo e il ripensamento delle sue funzioni in atto ormai in tutti i paesi europei. Anche per questi ambiti ci si è voluti concentrare su alcuni requisiti di base (orari di apertura, presenza di un catalogo, conoscenza del pubblico e del bacino di utenza, presenza di un progetto educativo-didattico), senza tuttavia trascurare tutte le altre misure (segnaletica, sussidi alla visita, carta dei servizi) che possono contribuire a migliorare l'accessibilità e le potenzialità informative ed educative del museo. Per consentire ai musei di comprendere più agevolmente come si posizionano rispetto ai requisiti contenuti nell'Atto di indirizzo, l'IBACN predisporrà una scheda per rilevare lo stato dei musei rispetto agli standard, così anche da poter valutare sulla scorta di riscontri oggettivi più puntuali come orientare i finanziamenti all'interno dei prossimi piani e quali azioni intraprendere per sostenere i musei nel processo di miglioramento e di adeguamento agli standard. Dall'autunno prossimo saranno inoltre organizzati a livello provinciale momenti informativi rivolti a operatori e amministratori, per promuovere la conoscenza dell'Atto di indirizzo e favorire in tutti gli attori coinvolti una maggiore consapevolezza delle sue implicazioni.

La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2003 - N.17]

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