Da raccolta privata a museo civico

Gian Paolo Costa - Responsabile del Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza

La storia del Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza, temporalmente non lunghissima ma quantomai intensa (e travagliata), è segnata da alcune date. Il 14 settembre 1985 il Museo naturalistico faentino si presenta per la prima volta al pubblico. Nelle sale espositive del fabbricato costruito ad hoc negli anni 1979-1980 viene esposta, fino al 13 ottobre 1985, un'ampia selezione delle collezioni ornitologica ed entomologica donata alla Sua Città dal geometra Domenico Malmerendi. La "raccolta Malmerendi" era divenuta formalmente di proprietà pubblica l'8 ottobre 1980, pochi mesi dopo la scomparsa del donatore (ormai ottantenne) che aveva comunque vinto la sua decennale battaglia: le collezioni sarebbero rimaste nella Sua Faenza, in Romagna, a costituire ad un tempo uno strumento scientifico di grandissimo valore per lo studio dell'ambiente naturale romagnolo ed il nucleo di aggregazione di un Museo che si propone oggi, alle soglie del Terzo Millennio, quale Istituto museale di assoluto rilievo. Il Centro "Domenico Malmerendi", sede del Museo, sorge all'interno di un'area verde in passato parte di un vivaio localmente molto noto, Orto Paganelli, oggi allestita a Giardino Botanico: sono a dimora oltre 200 specie vegetali individuate da cartellini identificativi di colore verde (specie spontanee in Romagna), di colore bianco (specie spontanee in Italia) e di colore nero (specie esotiche s.l.). Tra gli alberi residuali del vecchio Orto Paganelli è da segnalare una monumentale Sequoia sempervirens. Nel Giardino si trova la capannina meteorologica che ospita i moderni sensori elettronici di rilevamento dell'Osservatorio Meteorologico "Evangelista Torricelli", aggregato al Museo e con sede nel Centro "D. Malmerendi". Il Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza pur essendo aperto al pubblico solo in occasione di mostre temporanee o visitabile su prenotazione ha registrato nell'anno 1998 più di seimila visitatori ed altrettante presenze di giovani utenti dei servizi didattici (visite tematiche e laboratori) promossi dalla convenzionata Associazione culturale PANGEA. Sono attualmente esposte al pubblico: · l'ornitofauna italiana s.l. (stanziale, svernante, di passo): tutti gli esemplari esposti provengono dalla "collezione ornitologica Malmerendi"; · la fauna a mammiferi del territorio faentino (gli animali tassidermizzati sono giunti in Museo nell'ultimo decennio - anni '90 - a seguito di investimenti stradali, ingestione di bocconi avvelenati, di atti di bracconaggio); · la paleofauna di Oriolo di Faenza (resti fossili di animali vissuti 8-900.000 anni or sono: rinoceronte, ippopotamo, bisonte ed elefante - l'eccezionale cranio, disarticolato ma completo, del Mammut di clima caldo Mammuthus meridionalis scoperto il 22 giugno 1987 -); · la paleofauna di Brisighella, individuata dal brisighellese Tonino Benericetti a metà agosto 1985 ed oggetto di un estenuante lavoro di ricerca e di raccolta non ancora ultimato; sono state individuate a tutt'oggi oltre cinquanta specie di mammiferi e di rettili "africani" vissuti localmente cinque milioni e mezzo di anni or sono; · lo scheletro compilato di Orso delle Caverne (Ursus spelaeus) che fino al termine del secondo conflitto mondiale era custodito presso la sede dell'Istituto Italiano di Speleologia a Postumia; All'esterno del Museo, per motivi di ingombro e soprattutto di peso (55 quintali!), è conservato un blocco calcareo con impronte di dinosauri proveniente dall'Altipiano del Cansiglio e "recuperato" dalla diga foranea nord di Porto Corsini (Ravenna) il 24 luglio 1996, su segnalazione del geologo ravennate Sandro Venturini. Infine, dal 22 dicembre 1998 (Solstizio d'Inverno) fa bella mostra di sé, sulla facciata del Museo, un orologio solare ceramico di grandi dimensioni realizzato in memoria del faentino Ennio Golfieri, per oltre mezzo secolo figura di assoluto rilievo sulla scena culturale di Faenza. L'architetto Ennio Golfieri disegnò il quadrante solare in questione nell'anno 1927, studente alla Regia Scuola Superiore di Architettura a Roma.

Speciale musei naturalistici della scienza e della tecnica - pag. 9 [1999 - N.4]

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