E' nato il Museo Nazionale delle Attività subacquee

V.G.R. H.D.S. Italia

Il 14 Novembre 1998 a Marina di Ravenna si è inaugurato il "Museo Nazionale delle Attività Subacquee", la prima realtà del genere in Italia, sorta sotto l'egida de l'Historical Diving Society Italia (H.D.S. Italia); Associazione culturale nata nel 1994, oggi con Sede presso il Museo, e associata a l'H.D.S. UK. L'idea del Museo, dopo alcuni anni, ha trovato accoglienza presso il Comune di Ravenna che ha collaborato alla sua creazione mettendo a disposizione i locali necessari a Marina di Ravenna. Così in occasione anche del IV Convegno Nazionale sulla Storia dell'Immersione, il Sindaco di Ravenna ha inaugurato il Museo che è qui brevemente descritto. Sul fondo dell'atrio, si viene accolti dalla possente statua, nata da un'idea del mitico Duilio Marcante, del Cristo degli abissi scultura originale in gesso, opera di Guido Galletti realizzata nel 1954, la cui fusione in bronzo, posta nel fondale della baia di S. Fruttuoso, è meta quotidiana di molteplici subacquei. Da qui si accede alla Sala A dedicata alla Marina militare, arredata con varie attrezzature storiche, appartenute ai corpi speciali d'assalto della "X Mas" (gli Uomini Gamma, i Sommozzatori Marcianti e gli Incursori Piloti dei famosi "Maiali") e corredata di fotografie, disegni e libri storici, per ricostruire e ricordare la nostra storia militare sotto i mari. La successiva Sala B è intitolata al Cristo degli abissi e vi è esposto il modello in scala del Batiscafo Trieste (per gentile concessione del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" di Milano). La sala è dedicata alla fotografia subacquea e sono esposti storici e pionieristici oggetti e molteplici pannelli e stampe esplicative della storia dell'immersione dalle origini. Molte di queste stampe sono state ricavate da incisioni e disegni originali dal 1600 in poi. La sala è completata con la storia della medicina iperbarica e con l'esposizione di una camera iperbarica monoposto. Si accede poi alla Sala C intitolata al Lavoro subacqueo. Qui si entra nel cuore della subacquea. Dedicata alla storia dei Palombari, vi sono alcuni diorama di ambienti di lavoro, scafandri, pompe, mute, erogatori e quant'altro nell'evoluzione del tempo per il lavoro subacqueo dello sport, fino ai tempi nostri. E' corredata con vetrine contenenti molte custodie subacquee per cinepresa, tra cui quella del noto regista Folco Quilici con la quale vennero effettuate le riprese in Mar Rosso del famoso film Sesto Continente. Così pure si può ammirare, la custodia originale Bolex Paillard di Kerry Mentasti, le cui avventure nei mari di tutto il Mondo sono raccontate in vari libri. Qui sono esposte molte primordiali custodie stagne delle cineprese esistenti negli anni '40-'50 che, come per le custodie della fotosub, sono frutto della genialità e della fantasia di alcuni grandi pionieri nazionali del tempo a cui, spesso, l'industria si è poi ispirata. Viene qui esposta, un'antica fotocamera a lastre del 1881 costruita dall'inglese Thomas Bolas, con la prima custodia stagna subacquea (ricostruita da D. Cedrone, G. Bartoli e F. De Strobel) progettata per questo tipo di fotocamera a lastre nel 1891 da Louis Boutan e costruita all'epoca da Aragò, con cui lo stesso Boutan realizzò la prima fotografia subacquea. In alcune vetrine vengono esposti antichi e rarissimi libri che descrivono i continui tentativi dell'uomo di vivere sotto i Mari. Da qui si passa alla Sala D Mostre tematiche dove sono esposti vari oggetti subacquei in uso fino ai nostri tempi. Quali: scafandri ed elmi da palombaro, di varia produzione; fucili subacquei di varia fabbricazione; l'attrezzatura con la quale un gruppo storico di subacquei toscani, nel 1973-74 eseguì una spedizione nelle acque gelide dell'Antartide e in Terra del Fuoco. Il prossimo obiettivo, espresso in un plastico, sarà quello di realizzare un insediamento più grande per ampliare l'attuale struttura e potere così esporre la gran quantità di materiale già ora disponibile e quello che sarà affidato al Museo in futuro. L'H.D.S. Italia ha iniziato con questo Museo un'opera di ricostruzione e conservazione della storia delle attività subacquee, patrimonio che si prefigge di consegnare alle prossime generazioni, in memoria di quanti si sono sacrificati nel tempo per esplorare e per vivere questo Continente, in gran parte ancora sconosciuto e che tanto, con il suo silenzio impenetrabile, può riservare al futuro dell'umanità. Il Museo è stato realizzato solo grazie a contributi di privati quali: Bleu Dream, Rolo Banca 1473, Acmar, Gamie, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Almax, Pro Loco di Marina di Ravenna, Sapir ed altri.

Speciale musei naturalistici della scienza e della tecnica - pag. 8 [1999 - N.4]

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