Il Museo Ornitologico e di Scienze naturali di Ravenna

Franco Gabici - Capo Reparto delle Attività scientifiche e museali del Comune di Ravenna

Il Museo ornitologico nasce nel 1970 con il lascito di Alfredo Brandolini, appassionato ornitologo ravennate, la cui collezione fu donata al Comune di Ravenna dopo la morte avvenuta nel 1965. Il Museo però è qualcosa di più e non si identifica tout court con la semplice esposizione di uccelli imbalsamati. La raccolta, infatti, cresciuta nel tempo attorno al primo nucleo originario che comprende gli uccelli della Romagna raccolti dallo stesso Brandolini a partire dal 1906, è andata via via assumendo le caratteristiche del museo, inteso come centro di cultura e non semplicemente come luogo di esposizione. Giustamente, dunque, il museo ravennate è oggi denominato "Museo ornitologico e di scienze naturali", un titolo che lo ricollega strettamente alle sue origini, ma che al tempo stesso lo proietta nel futuro. L'ornitologia, dunque, costituisce la parte preponderante del museo, cresciuto attorno ai 1300 esemplari distribuiti in 400 specie e nella "Sala Brandolini" sono oggi conservate tutte le specie che hanno frequentato le zone che vanno dalla via Emilia al mare e dal forlivese alle Valli di Comacchio. Nella "Sala Brandolini", inoltre, è stata mantenuta la collezione originaria di Brandolini, dove alcuni esemplari sono ripetuti più volte se presentano anche leggere differenze di forme e di colori. Ovviamente sono state inserite nel corso del tempo le specie mancanti e quelle più nuove che hanno fatto la loro comparsa nel nostro territorio in questi ultimi anni. La raccolta, che comprende più di mille uccelli, comprende anche una ooteca (raccolta di uova) e una fonoteca con dischi e cassette che riproducono il canto degli uccelli e di altri animali. Una sezione del museo dedicata alle architetture degli uccelli ravennati presenta i nidi più tipici delle nostre zone, mentre altre sezioni completano il discorso didattico e scientifico.Fra le sezioni ricordiamo la "Storia delle pinete ravennati" (è esposta una carta della pineta del 1876), "Uova e pulcini" e "Dove vedere gli uccelli", con un elenco degli esemplari più comuni e le località dove si possono osservare. Altri segmenti del Museo presentano la "Storia della vita" dal big bang ai nostri giorni e la "Storia del volo" che riassume la trasformazione degli uccelli da rettili ad animali provvisti di ali. Di grande interesse la sezione "Farfalle diurne d'Italia", dove sono raccolte tutte le specie italiane unitamente a 117 specie di farfalle notturne. Si può ammirare anche una sezione di mammiferi, rettili e conchiglie del ravennate. Molto fornita è anche la biblioteca scientifica di oltre 5 mila volumi, con preziosi testi dal Cinquecento ai nosptri giorni e riviste specialistiche sia italiane che straniere.Recentemente, a testimonianza della vitalità del Museo, è stata inaugurata anche una pregiata sezione di fossili. Fra le curiosità del Museo vanno ricordate una magnifica conchiglia Tridacna di 3 quintali e una sezione di tronco di pioppo centenario.

Speciale musei naturalistici della scienza e della tecnica - pag. 5 [1999 - N.4]

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