La poesia dei colori

Il Museo Ugonia di Brisighella raccoglie, oltre all'opera del pittore brisighellese, importanti testimonianze del XIV e XV secolo

Giorgio Cicognani - Ispettore onorario per i Beni Artistici e Storici

Nel 1981 iniziarono i lavori di restauro dell'ottocentesco palazzo dell'ex Pretura in Piazza Marconi, al fine di ospitare la collezione delle opere del Maestro Litografo Giuseppe Ugonia, donate al Comune dalla vedova. Il lascito di circa quattrocento pezzi si è arricchito in seguito con la donazione di Silvio Morselli di Roma di circa mille opere di noti incisori del XX secolo. Nella ricorrenza del 50° della morte di Ugonia, il 5 Ottobre 1994, una mostra antologica dal titolo Paesaggi ha segnato l'avvio definitivo dell'attività del Museo. Vi si possono ammirare splendide litografie, incisioni e acquerelli dell'Artista che pur essendo nativo di Faenza, fu brisighellese al punto tale che la sua opera è inscindibile dalle ginestre, dai colli emergenti dalle nebbie, dalle gradazioni dei verdi delle colline circostanti. Ogni sua litografia testimonia l'amore che legava Ugonia a questo territorio, un vincolo così forte che, unito al suo carattere schivo e modesto, lo portò a rinunciare ad importanti incarichi che lo avrebbero allontanato da Brisighella. La sua fama ha certo travalicato i confini della città che elesse a patria, la città dove volle vivere, la patria dei suoi genitori. Ora le sue litografie sono presenti in celebri musei del mondo. Le opere di Ugonia, nella loro straordinarietà, saranno il miglior veicolo per accostare anche il grande pubblico non solo alla conoscenza di questo Maestro, ma anche all'arte grafica difficile e poco conosciuta. La visita inizia al primo piano dove è stato ricostruito fedelmente il suo studiolo dove sono conservati gelosamente i suoi colori, le sue matite, le sue pietre, il suo banco e il grande torchio, strumento indispensabile per le sue litografie. Data la delicatezza del materiale non sono state esposte tutte le opere e l'archivio personale è visibile, solo su richiesta, in una saletta attigua. Al 2° piano sono esposte opere d'arte provenienti in gran parte da chiese del territorio a testimoniare la grande cultura dei secoli passati. L'esposizione nasce dall'esigenza di approfondire e valorizzare un patrimonio culturale non sempre conosciuto ed è frutto della collaborazione di diverse Istituzioni che, nella ricorrenza dell'anno giubilare, hanno dimostrato la loro disponibilità a riscoprire tesori così preziosi. Le opere esposte, quasi tutte di manifattura locale, coprono un arco temporale che va dal XIV al XX secolo. Iniziando la visita s'incontra la grande pala d'altare di Giovan Battista Bertucci, il Giovane (1539-1614) raffigurante L'orazione nell'orto. Si segnalano inoltre una preziosa "plastica", Presepe, (terracotta policroma di produzione faentina della fine del XV sec.) una rara tela di Nicolò Paganelli (1538-1620) che rappresenta una Crocifissione ed infine la grande tela di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666), datata 1618 con S. Francesco e S. Luigi di Francia in adorazione di un'immagine sacra. Proseguendo troviamo sculture lignee, pitture sei-settecentesche di vari autori, apparati religiosi, oggetti diversi tra i quali una campana di artigianato locale datata 1380. Nelle salette successive un'interessante Madonna col Bambino, terracotte di G. Ballanti, maioliche settecentesche della fabbrica Ferniani, ed infine preziosi oggetti di orafi locali e non, e varie terracotte del brisighellese Rosetti. Nel dicembre scorso, per le celebrazioni in memoria di C. Piancastelli, il museo ha esposto il famoso "album di viaggio" di F. Giani "da Faenza a Marradi" ora conservato presso la Biblioteca Comunale di Forlì. La mostra, che ha riscosso un notevole successo si è chiusa il 12 Aprile.

Speciale musei artistici - pag. 14 [1999 - N.5]

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