Il Museo del Teatro di Faenza

Strumenti, spartiti, bozzetti di scena e costumi costituiscono il corpus del museo faentino nato dalla donazione al Comune della collezione di Arnaldo Minardi

Giorgio Cicognani - Biblioteca Comunale di Faenza

Il Museo del Teatro di Faenza fu fondato nel 1931 a seguito della donazione al Comune della collezione privata di Arnaldo Minardi.Fu inaugurato nell'estate del 1933 e collocato al piano terra della Biblioteca Comunale. La donazione comprendeva oltre 5000 pezzi costituiti da libri antichi (1500-1800) di argomento musicale o teatrale, articoli di giornali (confluiti, anche per ragioni di conservazione, nei fondi librari della Biblioteca nell'immediato dopoguerra e già schedati), inoltre rari autografi di personaggi del mondo del teatro, disegni e incisioni di scenografie, ritratti di cantanti soprattutto di origine faentina. Fra il materiale raccolto non potevano mancare alcuni bozzetti scenografici di Romolo Liverani e vari strumenti musicali databili dal Cinquecento al Novecento, tra i quali alcuni pezzi esotici. Fra gli strumenti più interessanti due splendidi verginali, uno del sec. XVI (firmato: Joseph Solodiensis Fecit 1558) pezzo di inestimabile valore unico in Europa e uno del sec. XVII, già restaurati, e una ghironda costruita a Faenza da Francesco Sangiorgi datata 1759. Quest'ultimo strumento è stato sottoposto a restauro puramente conservativo senza ricostruire le parti lacunose. Il Museo, dopo la distruzione bellica della Biblioteca Comunale, fu riallestito nei locali dell'ammezzato dove è rimasto fino al 1984. Purtroppo per scarsità di spazio nello stesso anno la raccolta è stata ospitata presso Palazzo Milzetti in alcuni piccoli locali siti al secondo piano. Si auspica che ben presto, terminati i lavori per l'adeguamento alle attuali norme di sicurezza, il Museo sia riallestito e aperto al pubblico. Proprio in previsione di una nuova e più adeguata presentazione dei pezzi, sono stati avviati in questi anni interventi di restauro comprendenti sia gli strumenti musicali che i materiali tessili, i primi a carico dell'Amministrazione Comunale di Faenza, i secondi a carico della Regione Emilia Romagna secondo i contributi della L.R. n. 20/90. Il restauro dei tessuti, affidato alla Signora Thessy Schoenzholzer Nicholos di Firenze, ha permesso di analizzare e studiare tutti i manufatti evidenziando una serie di preziose informazioni e datazioni che non erano state annotate neppure dal collezionista stesso. Ad esclusione di pochi indumenti, alcuni preziosi tessuti erano serviti prima per abiti civili adattati poi a costumi per il teatro. E' il caso per esempio di un abito di "Theodora", originariamente vestito da festa civile del primo Novecento, che, con adattamenti, è divenuto costume rinascimentale. Arnaldo Minardi, faentino di adozione, ha raccolto, presumibilmente negli anni Venti, senza un criterio preciso, il materiale che ci è pervenuto. Auspichiamo che a questa originale raccolta si aggiungano nuovi pezzi e documentazione di origine locale che ci aiutino a comprendere meglio la vita culturale e artistica della nostra città.

Speciale musei storici - pag. 13 [1999 - N.6]

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