La cappella del SS. Crocifisso nella Chiesa dei Cappuccini di Faenza

Giorgio Cicognani - Ispettore onorario ai Beni artistici e storici

Il culto del Crocifisso dei Cappuccini si rivelò in modo particolare nel tempo di pubbliche calamità che, di quando in quando funestavano la Romagna. Durante la peste del 1743, il terremoto del 1781, il morbo asiatico del 1837, il colera del 1855, la siccità del 1893 e specialmente le guerre mondiali si videro a centinaia i fedeli inginocchiarsi davanti al crocifisso. Le celebrazioni giubilari del 1900, del 1925, del 1950 sono l'indice della grande venerazione che ancor oggi riscuote il miracoloso Crocifisso (molte pubblicazioni dell'epoca lo testimoniarono). La cappella che conserva la preziosa scultura fu costruita 1900 su progetto dell'architetto e pittore faentino Tommaso Dal Pozzo. L'artista seguì nei minimi particolari le decorazioni della cupola e dell'intera cappella (unica tempera di grandi dimensioni che si conserva tutt'oggi). Da alcuni anni l'opera era in cattivo stato di conservazione sia per il nero fumo sia per alcune infiltrazioni d'acqua, per questo i Padri Cappuccini in occasione del Giubileo 2000 si sono attivati per salvare e ridonare splendore alle pitture affidando alla restauratrice Rossana Gondolini un accurato e paziente restauro. Dopo mesi di lavoro e di indagini l'originale pittura è tornata alla sua primitiva lucentezza e al sicuro. La venerazione alla SS. Crocifisso ebbe origine quando il convento si trovava ancora sul colle di Persolino a tre km. circa dalla città di Faenza dove nel 1535 i Frati Minori Cappuccini l'avevano fondato. Fu appunto qui che avvenne il prodigioso fatto di Fra Battista, detto volgarmente "Battistone". Nato a Faenza nell'anno 1496 dalla nobile famiglia dei Galli Castelli o Castellini, dopo essersi applicato con profitto allo studio delle lettere se ne annoiò e passò alla milizia dove si segnalò per il valore divenendo colonnello e quindi generale. Trasportato dalla sua indole impaziente di ogni freno si diede ad ogni vizio così che molti lo odiarono e gli tesero insidie per farlo morire. Si pose allora alla testa di un gruppo di banditi e con questi seminò strage nei dintorni finchè, giunto a Firenze mentre vi predicava la quaresima P. Bernardino da Siena, cappuccino, celebre oratore di quei tempi, andò ad ascoltarlo e le sue parole lo convertirono. I propositi di cambiar vita furono immediati e decise di domandare al predicatore di entrare a far parte dell'ordine. Dopo aver chiesto perdono a quanti aveva danneggiato ed altre durissime prove, venne accolto fra i fratelli e da quel momento si sottopose a digiuni continui, discipline, veglie, privazioni di ogni genere, per combattere il suo impeto naturale. Un giorno rimproverato e severamente punito per un suo leggerissimo fallo, fece tanta violenza a se stesso per umiliarsi ed eseguire prontamente la penitenza che gli era stata assegnata, che si ruppe una vena in petto. Quando si riebbe da quel malore s'inginocchiò davanti al SS. Crocifisso e, raccolto il sangue che gli usciva copioso dalla bocca, nelle mani, l'offerse a Gesù esclamando "guardate Gesù mio quanta pena ho sofferto per voi" e il Crocifisso, staccata la mano destra dalla croce, portandola al costato gli rispose "vedi, o Battista quanti spasmi ho io sopportato per te su questa croce" e poi la mano tornò sulla croce. Di questo colloquio lo stesso Fra Battista lasciò memoria in una lettera intitolata Invito spirituale alla pietosa meditazione di Gesù salvatore nostro inoltre il fatto è autenticato dal ven. Costantino Lotti di Modigliana che fu testimone del miracolo, e da numerosi storici faentini. Il frate morì il 9 marzo 1562. Subito la fama dello straordinario miracolo si diffuse ovunque e i fedeli cominciarono ad accorrere e visitare la sacra Immagine pregando dinnanzi ad essa e ottenendo grazie abbondanti. Trenta anni circa dopo la fondazione del convento, i frati si trasferirono a Faenza perchè la zona di Persolino non era sufficientemente sicura. Avevano ottenuto dal Cardinal Rusticuzzi, vescovo di Siviglia e Abate commendatario del monastero di S. Perpetua e Felicita di Faenza l'area necessaria per fabbricarvi la chiesa ed il convento tuttora esistenti lungo la via che dal Fontanone si congiunge, alle Bocche dei Canali, a quella di Brisighella. Naturalmente, quando i Cappuccini si trasferirono, portarono con se il miracoloso Crocifisso che venne collocato dapprima nel coro, ma, dato che il troppo frequente flusso dei fedeli che accorrevano a visitare la Sacra Immagine disturbava la Sacra Salmodia dei religiosi, il Magistrato della città domandò ai Superiori del convento che fosse trasportata in chiesa. Venne quindi adattato a cappella un corretto che si trovava fra due cappelle laterali e qui, dopo grandiose feste e una devota processione il Crocifisso venne trasferito il 22 novembre 1643. Continuavano intanto a verificarsi guarigioni miracolose e il culto divenne sempre più vivo. Quantunque la cappellina venisse successivamente restaurata nel 1687 abbellita e ingrandita nel 1748 e di nuovo ancora nel 1849 e arricchita per di più con dipinti di Romolo Liverani, era però sempre più ristretta e non sufficientemente consona ad un'immagine così venerata. L'idea del Pontefice Leone XIII e del Vescovo Cantagalli, che il sec. XX sorgesse con un omaggio solenne a Gesù Redentore spinse Padre Antonio Liverani a realizzare un desiderio che sentiva da tanto tempo: quello di innalzare una nuova cappella al tanto venerato Crocifisso. Nel 1899 venne posta la prima pietra, il 24 luglio 1900 veniva collocata con grande solennità la statua. Per le feste della Pasqua del 1925, in occasione dell'anno Santo proclamato dal Pontefice Pio XI, la sacra Immagine fu traslata in processione a S. Agostino per ritornare poi presso i Cappuccini. Feste e cerimonie di vario genere vennero promosse in occasione dell'Anno Santo 1933-34 dal Pontefice per ricordare il XIX centenario della Redenzione e a Faenza vennero inaugurate le stazioni della via crucis che dall'inizio di Via Canal Grande giungono fino al Santuario, quasi a celebrare la mistica unione della città a questo luogo di meditazione. Durante l'ultima guerra sul convento e sull'annesso seminario il 24 settembre 1944 vennero sganciate ben 13 bombe che distrussero tutto eccetto la cappella del SS. Crocifisso. Nel 1946 si iniziò la ricostruzione del complesso, la consacrazione avvenne il 4 luglio 1956 e la chiesa, ricostruita e spostata dal lato opposto della cappella (per renderla più grande), divenne nuovamente meta di pellegrinaggi.

Speciale Giubileo - pag. 9 [2000 - N.9]

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