Carlo Piancastelli

Grande collezionista e studioso romagnolo, riunì nel suo palazzo di Fusignano libri, manoscritti, stampe, dipinti, monete, francobolli, fotografie e altri materiali riguardanti la Romagna, oggi in gran parte depositati nella biblioteca comunale di Forlì

Giuseppe Bellosi - Biblioteca comunale di Fusignano

Carlo Piancastelli nacque a Imola il 27 agosto 1867 da Francesca Golfari e dall'avvocato fusignanese Giuseppe, il quale condivideva con il fratello Tommaso la proprietà di vasti possedimenti nei territori di Fusignano (dove la famiglia risiedeva), di Lugo e delle Alfonsine. Alla morte del padre (1876) Carlo fu affidato alla tutela della madre e nello stesso anno entrò nel Collegio Convitto S. Carlo di Modena, dove nel 1884 conseguì la licenza liceale. Nel 1888 si laureò in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma e nella stessa università intraprese gli studi di Lettere, che interruppe nel 1890, alla morte dello zio Tommaso, amministratore delle proprietà familiari, per occuparsi della sua parte dell'azienda, composta di oltre sessanta poderi. Da allora la sua vita si divise tra Fusignano e Roma, dove trascorreva gran parte dell'anno, e tra la cura del patrimonio e quelle delle sue collezioni. A cominciare dalla fine dell'Ottocento Piancastelli riunì, nel suo palazzo fusignanese, libri, manoscritti, documenti di vario genere, stampe, disegni, dipinti, monete, francobolli, fotografie, cartoline illustrate e altri materiali riguardanti la Romagna, costituendo, come ha scritto Augusto Campana, "un patrimonio che da solo rappresenta buona parte di ciò che in Italia e fuori fa testimonianza della storia e cultura della nostra regione". I suoi nuclei più importanti sono la biblioteca (oltre 50.000 volumi, più di 220.000 autografi e documenti, e migliaia di stampe e disegni), la quadreria (22 dipinti, in parte opera di alcuni dei maggiori artisti romagnoli del Rinascimento), la raccolta di autografi di personaggi non romagnoli dal secolo XII al XIX (oltre 60.000 pezzi), la raccolta numismatica (oltre 5000 monete, in prevalenza romane di epoca imperiale). In Piancastelli alla competenza del raccoglitore si univa quello dello studioso. Tra i suoi saggi ricordiamo il Commento a un indovinello romagnolo (Faenza 1903), Pronostici ed almanacchi (Roma 1913), Fusignano ad Arcangelo Corelli nel secondo centenario dalla morte. MCMXIII (Bologna 1914), I Promessi Sposi nella Romagna e la Romagna nei Promessi Sposi (Bologna 1924), Vincenzo Monti e Fusignano (Bologna 1928), Saggio di una bibliografia delle tradizioni popolari della Romagna. I. Usi costumi credenze pregiudizi (Bologna 1933). Il giorno di Natale del 1937 Piancastelli tornò per l'ultima volta a Fusignano, a rivedere le sue raccolte. Morì il 19 febbraio 1938 nella sua abitazione romana, il 22 venne sepolto a Fusignano. Le collezioni piancastelliane, concepite fin dall'origine come un servizio reso alla storia e alla cultura della Romagna, erano destinate alla Biblioteca Classense, ma dissapori coi gerarchi ravennati indussero il bibliofilo a farne dono all'altra città capoluogo di provincia della regione, Forlì, dove ora sono conservate presso la Biblioteca comunale.

Personaggi - pag. 8 [2000 - N.9]

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