Tullio Pericoli tra paesaggio e ritratto

Dal 29 aprile al 23 luglio a Bagnacavallo una mostra ripercorre l'immaginario creativo dell'artista marchigiano

Diego Galizzi - Direttore Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo

Disegni, incisioni, dipinti, schizzi, bozzetti per scenografie. In un percorso di più di settanta opere la mostra Tullio Pericoli. Storie di volti e di terre, allestita al Museo Civico delle Cappuccine racconta l'immaginario creativo dell'artista marchigiano, non solo uno dei più amati disegnatori italiani, ma soprattutto artista a tutto tondo, in grado di spaziare con disinvoltura tra tematiche e linguaggi diversi, dalla caricatura alla pittura di paesaggio, dall'illustrazione alla scenografia, dalla ritrattistica alla regia teatrale.
Nato a Colli del Tronto nel 1936 e trasferitosi a Milano nel 1961, Tullio Pericoli si afferma come pittore e disegnatore soprattutto a partire dagli anni '70, quando inizia importanti collaborazioni con riviste e quotidiani nazionali e internazionali come Il Corriere della Sera, La Repubblica, Linus, L'Espresso e Harper's Magazine. Parallelamente a questa attività, espone in tutto il mondo dipinti, disegni e opere grafiche, e pubblica numerose raccolte della sua produzione artistica. Tra i suoi soggetti preferiti emergono soprattutto i ritratti e i paesaggi, che Pericoli indaga con profonda sensibilità e infinite variazioni. Fondamentale nella carriera artistica di Pericoli è l'attività in campo teatrale, che lo ha visto impegnato a disegnare scene e costumi per L'elisir d'amore di Donizetti, Il turco in Italia di Rossini e Le sedie di Ionesco, di cui ha curato anche la regia.
Seguire il percorso espositivo della mostra bagnacavallese vuol soprattutto dire ripercorrere la storia di una doppia e irrinunciabile attrazione, quella dell'autore per la forza evocativa e narrativa del paesaggio e del volto umano. I volti e i paesaggi così come ce li restituisce Tullio Pericoli sembrano rispondere a una stessa geografia, a un comune principio ordinatore, che è quello del trascorrere della vita, i cui segni lenti e stratificati svelano l'anima più profonda delle cose, il loro carattere, la loro etica.
Il paesaggio, tematica spesso al centro dell'impegno artistico di Pericoli, è raccontato attraverso una singolarissima cifra stilistica, fondata di frequente su raffinate trame grafiche e sottili registri tonali in grado di conservare la memoria storica di quei territori, evocarne le origini, registrarne le trasformazioni. Sebbene sia quasi impossibile ravvisarvi presenze umane, in queste vedute aperte in lontananza a perdita d'occhio si scorgono i segni tangibili della frequentazione dell'uomo, tracce di attraversamenti e di secolari coltivazioni. Sono paesaggi che si rivelano come volti, il volto in questo caso della terra marchigiana, dove lo sguardo di Pericoli sa muoversi con estrema confidenza, ma più in generale valgono anche come rappresentazione materiale più autentica del nostro paese. Come ha evidenziato Salvatore Settis, nei suoi preziosi lavori è possibile individuare una sorta di paysage moralisé, portatore non solamente di valori estetici e contemplativi, ma anche etici: ci ricordano chi siamo e chi siamo stati, ci invitano a riflettere su chi vogliamo essere. Sia che si tratti di incisioni o disegni o tele dipinte, la tecnica esecutiva di Pericoli rivela sempre una sensibilità marcatamente grafica, tutta giocata su inquieti tocchi che a volte costruiscono l'impalcatura essenziale delle composizioni, altre volte entrano in relazione con la materia pastosa delle campiture di colore, frangendole in infinite trame che danno spessore al dipinto e ne fanno vibrare la superficie.
La stessa sensibilità - potremmo dire la stessa topografia - si riscontra nei ritratti più intensi di Pericoli, dove i volti sfumano in paesaggio e il segno ripercorre tracce biografiche altrimenti segrete. Come il volto di Samuel Beckett, che appare come un terreno accidentato, o quello di Eugenio Montale, dal profilo possente e immobile come un promontorio.
La mostra, organizzata dal Museo delle Cappuccine in collaborazione con la Galleria Ceribelli di Bergamo, è aperta al pubblico nei seguenti orari: martedì e mercoledì 15-18; giovedì 10-12 e 15-18; venerdì, sabato e domenica 10-12 e 15-19. Ingresso gratuito. Info: www.museocivicobagnacavallo.it


Notizie dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna - pag. 22 [2017 - N.58]

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