E-R Design

Estetica del quotidiano negli istituti culturali dell'Emilia-Romagna

Claudia Collina - Istituto Beni Culturali

Con design industriale "si indica quel particolare settore della produzione industriale dove al dato tecnico si accompagni un elemento estetico"1; progetti, prototipi e oggetti che, accanto a una funzione utilitaria, coniugano una componente estetica e abbiano un carattere iterativo sottostando a leggi di mercato e di marketing, sono stati oggetto di una ricerca sulla materia ad ampio raggio e su svariate tipologie di musei e raccolte, biblioteche e archivi della regione Emilia-Romagna.
All'evoluzione del design concorrono vari fattori: il rapporto tra arte e tecnica, l'importanza della radice del design industriale nelle arti applicate, trasformatasi con operosa complessità nell'associazione di artigianato, arti visive e scoperte tecnologiche e industriali, la straordinaria comunione osmotica tra arte, architettura, scienza e tecnica che il design riflette nel suo uso quotidiano e che testimonia l'evoluzione culturale, tecnologica ed economica della società occidentale degli ultimi centocinquant'anni.
È stato, quindi, realizzato un censimento del design negli Istituti culturali della Regione Emilia-Romagna: sono state indagate 439 realtà museali di cui 50 hanno dimostrato nuclei collezionistici inerenti la materia - disegni, progetti, prototipi, oggetti - che per i suoi indefiniti e ambigui confini è stata circoscritta in alcuni insiemi, e sottoinsiemi a seconda del caso, in base ai più recenti studi sull'argomento2.
Nel corso della ricerca, viste le diramazioni della materia, si è ritenuto opportuno ampliare il censimento anche al design museografico di musei e biblioteche (Silvia Ferrari), e ai documenti custoditi negli archivi del territorio (Mirella Maria Plazzi), con una rilevanza di 28 casi di allestimenti museografici tra musei e biblioteche e circa 76 fondi archivistici monografici.
Il materiale inerente il design è stato enucleato dal resto delle collezioni, fotografato e schedato in Samira con la scheda N (Nucleo) a sua volta agganciata alla scheda principale M (Luogo contenitore) di riferimento.
La materia è stata così suddivisa: 1) prodotti manifatturieri e arti applicate all'industria; 2) design d'autore; 3) design anonimo, quest'ultimo ulteriormente discriminato in:
a) Anonimo di tradizione: oggetti di epoca e condizione di produzione preindustriale, ove prevale l'antica tradizione del saper fare e produrre. Prodotti scaturiti da un'idea progettuale, non più artigianali ma già seriali per quantità e organizzazione del processo di produzione.
b) Anonimo: manufatti dell'era industriale che hanno portato soluzioni di problemi. Prodotti storici tutt'ora in produzione.
c) Anonimo d'autore: oggetti apparentemente anonimi ove, anche se progettati da un autore, essi rimarranno anonimi nella fruizione e, soprattutto, nell'intenzione progettuale che li sottende.
d) Oggetti d'uso quotidiano (hidden forms): cose realizzate in maniera del tutto anonima che, per forma, fabbricazione, modo d'impiego o materiali, offrono qualcosa d'insolito, cose che raccontano storie, ma che sono sottoposte a processi d'innovazione tecnica e ingegnosità umana.
Tale censimento ha messo in evidenza un atlante delle tipologie composto da: arredi urbani, architettura, automobili, bilance, bottoni, design grafico, carrozze, ceramiche, comunicazioni e telecomunicazioni, documenti, elettronica di consumo, fotografie, giochi educativi, illuminazione, libri oggetto, macchine utensili e industriali, maquette, mezzi di trasporto, motori, oggetti di arredo, oggetti in metallo, oggetti di uso quotidiano, piastrelle, progetti, prototipi, mobili, tessuti, vasellame, vetri.
A breve termine è prevista la pubblicazione della banca dati dei Luoghi del Design in Emilia-Romagna all'interno del Catalogo del Patrimonio Culturale http://ibc.regione.emilia-romagna.it/servizi-online/catalogo-del-patrimonio-culturale e del libro in formato ebook  E-R design: estetica del quotidiano nei musei dell'Emilia-Romagna a cura di C. Collina, con saggi di Flaviano Celaschi, Claudia Collina, Simona Riva, Giovanna Cassese, Beatrice Cunegatti, Silvia Ferrari e Mirella Maria Plazzi e mostre diffuse sul territorio.

Contributo pubblicato in F. Lenzi, P. Tamassia (a cura di), Il Catalogo forma ed essenza del patrimonio, in "IBC Dossier", XXV, 2017, n° 1, pp. 13-14.
1 G. Dorfles, Introduzione al disegno industriale: linguaggio e storia della produzione di serie, 4 rist., Einaudi, Torino 1987.
2 A. Bassi, Design anonimo in Italia: oggetti comuni e progetto incognito, 2. ed., Electa, Milano 2008; F. Clivio, Hidden forms: vedere e capire le cose, Skira, Milano 2014; M. Vitta, Il progetto della bellezza: il design fra arte e tecnica dal 1851 a oggi, Einaudi, Torino 2011.


La pagina dell'IBC della Regione Emilia-Romagna - pag. 4 [2017 - N.58]

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