Lavorare per un lessico comune

In chiusura all'editoriale del numero 56 di Museo in-forma, Claudio Leombroni sottolineava la necessità di avviare una discussione sulla nozione di patrimonio, non solo dal punto di vista dei diversi istituti culturali, e delle diverse discipline, ma anche da quello del suo significato sociale o, per meglio dire, "del suo significato nella dimensione del presente". Questa uscita del notiziario si pone quindi su quella scia e, inaugurando un nuovo Speciale dedicato al lessico condiviso, si pone l'obiettivo non tanto di dare una prima risposta, quanto piuttosto di avviare un dibattito sulla individuazione e la definizione di una terminologia comune, di una "convergenza linguistica" che, come spiega Maurizio Vivarelli (da cui abbiamo preso in prestito il titolo per questo editoriale), è necessità oramai imprescindibile per chi si occupa di istituzioni della memoria e di beni culturali intesi quali 'beni comuni'.
Il 2018 è stato nominato Anno europeo del patrimonio culturale. Partiamo quindi proprio dal concetto di 'patrimonio', spesso controverso e inflazionato, che in queste pagine viene indagato da Marco Carassi attraverso il punto di vista di una delle discipline che compongono l'eterogeneo universo dei beni culturali, quello dell'archivistica, e da Daniele Jalla, che propone invece una riflessione più ampia sulla nozione, con un affondo particolare sul suo uso in ambito normativo, italiano e non solo.
Parlando di patrimonio culturale, con riferimento specifico al settore dei musei, fondamentale è l'azione svolta da ICOM Italia, che quest'anno giunge al suo settantesimo anno di vita, e la cui storia è raccontata da Adele Maresca Compagna; esempio di una recente iniziativa messa in campo dal Comitato Nazionale Italiano di ICOM, realizzata in collaborazione con la Direzione generale Musei del MiBACT, è lo schema di monitoraggio sulla web strategy, uno strumento concreto per realizzare un sondaggio presso i musei italiani.
Altri progetti presentati sono E-R Design, censimento sul design negli istituti culturali dell'Emilia Romagna realizzato dall'IBC, e SUCCESS, progetto di ricerca che indaga i processi bio-culturali che hanno favorito il successo dell'Homo sapiens che è stato vinto dal Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna.
Continuando a parlare di patrimonio culturale, e della sua eterogeneità, fondamentale risulta l'azione svolta dalle Soprintendenze, la cui attività di tutela in vari settori viene illustrata attraverso un esempio di tutela di beni demoetnoantropologici.
Vi sono infine i musei del nostro Sistema museale provinciale, anch'essi chiamati, con le loro iniziative, a dar voce a vario titolo al patrimonio culturale locale: dalle mostre in atto al Museo Nazionale di Ravenna, al MIC di Faenza e alle Cappuccine di Bagnacavallo, a quella recentemente conclusa sulla Romagna Monumentale, progetto espositivo svoltosi in più sedi che ha visto un'innovativa e proficua collaborazione tra i Comuni di Brisighella, Faenza e Lugo nella celebrazione della figura di Domenico Rambelli; dal nuovo fumetto di Martoz, presentato a Cotignola durante il festival Saluti da Cotignyork, all'installazione didattica realizzata a Tamo dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna.


Editoriale - pag. 3 [2017 - N.58]

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